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Aggiornato: 1 maggio 2025
e tre fïate intorno di Beatrice si volse con un canto tanto divo, che la mia fantasia nol mi ridice. Però salta la penna e non lo scrivo: ché l’imagine nostra a cotai pieghe, non che ’l parlare, è troppo color vivo. «O santa suora mia che sì ne prieghe divota, per lo tuo ardente affetto da quella bella spera mi disleghe».
La signora Maddalena non poteva immaginarsi che quelle dodici lirette erano state rosicchiate in tanti confetti dai candidi dentini di mademoiselle Fanny. Dovrò partire, quando? demandò il giovanotto, che voleva finirla; anche per trovarsi solo ed essere padrone del suo dolore, per sfogarsi, per piangere. Partirete... quando avrò la risposta del Rosasco: gli scrivo subito. Andate.
Un momento di silenzio seguì questa sentenza omicida. Tutti gli sguardi s'inchiodarono sul viso cadaverico del disgraziato, cui i due pugni di ferro dei signori Russi tenevano ribadito sulla sua sedia. E' disse, in fine, di una voce cavernosa: Se scrivo, che uso farete della mia dichiarazione? La conserverò, per restituirvela forse, quando sarete corretto.
«Non so se le memorie che io sto per scrivere possano avere interesse per altri che per me le scrivo ad ogni modo per me. Esse si riferiscono pressochè tutte ad un avvenimento pieno di mistero e di terrore, nel quale non sar
Appendice III. Del suo soggiorno a Firenze Garibaldi cosí discorre nelle proprie Memorie. «In Firenze accoglienza magnifica dal popolo, ma indifferenza e fame per parte del Governo, e fui obbligato d'impegnare alcuni amici per alimentare la gente. Era il Duca nella capitale della Toscana. Si diceva però la somma delle cose nelle mani di Guerrazzi. Io scrivo la storia, e spero di non offendere il grande italiano, se dico il vero. Montanelli, acclamato meritamente dalla generale opinione, lo trovai però quale me l'ero immaginato, leale, franco, modesto, volente il bene dell'Italia, col cuore fervido d'un martire; ma l'antagonismo d'altri neutralizzava qualunque buona determinazione, e poco valse perciò la breve permanenza al potere del prode e virtuoso soldato di Curtatone». A Mariano D'Ayala, Ministro della guerra, che al pari del Guerrazzi non vedeva l'ora che andasse via dalla Toscana, l'8 di novembre indirizzò questa lettera: «Cittadino Ministro. Sono a pregarlo di avere la bont
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