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E quand'ebbe finita e chiusa la lettera al signor Antonio Rosasco, armatore, a San Pier d'Arena, vi scrisse sopra: Urgentissima. Tutti erano assai inquieti nel fondaco. Perché la signora Maddalena si era chiusa nello scrittoio con Giacomino? Come mai? Di solito, quando andava in bestia, strillava come un'anima dannata, anche davanti alla gente, e quella volta non si udiva nemmeno la sua voce!...

Al signor Daniele non pareva vero di cavarsela così a buon mercato. Un momento. Dovete prima sapere anche voi di che; si tratta rispose la signora Maddalena, che nelle occasioni più solenni dava sempre del voi a tutti. Scrivo al signor Rosasco soggiunse con voce, alquanto velata e interrotta da una tossetta secca per avvisarlo che gli mando... gli mando... quel bel mobile. Giacomino?

Non parti più! Non vai via più! Sono stato io!... Lo dirai alla signorina Fanny!.. Lo dirai a monsieur Richard!... Sono stato io! Io e la Cammilla! Che cosa? domandò l'altro, mettendosi a sedere sul letto, fregandosi gli occhi, ancora trasognato. Che cosa c'è? È arrivata la lettera del signor Rosasco! Il colpo è andato benone! Che colpo? che colpo?

La signora Maddalena gli disse seccamente che gli avrebbe pagato tutti i debiti, a un patto: recarsi a Genova dal signor Rosasco, l'armatore, e imbarcarsi: salute, forza e coraggio ne aveva. Col tempo e la volont

La signora Maddalena lo guardò, poi volse gli occhi altrove. Meno del ragazzo, si sentiva sicura di ; e la sua voce, proprio la sua voce, era alterata. Il signor Rosasco era un buon amico andava dicendo, quasi per far animo a lui e a se stessa. In fin dei conti anche quella poteva essere una bellissima carriera, forse la sua fortuna. Fosse stata un uomo lei! Subito in mare!

Va via!... non mettermi al punto di commettere uno sproposito. E colla voce soffocata, tremando anch'essa, ma di rabbia, chiamò un facchino e lo mandò alla posta colla lettera per il signor Rosasco. In un momento, la gran notizia si sparse per tutto il fondaco: la signora Maddalena voleva scacciare di casa Giacomino, voleva imbarcarlo.

Correva la gente!... Si fermava sulla porta! e tutto contro di me!... Addosso a me! Tutto sulle mie spalle! Io sono un Pantalone, un cretino della Val d'Aosta, un rimbambito; tu un malvivente da rinchiudere fra i correggendi. Perché non mi hai confessato tutto?... Devo condurti a Genova io stesso, subito, e imbarcarti. Non più col Rosasco, con un altro. Non si sa chi; ha telegrafato la mamma.

Anche il Rosasco è un traditore; la Maddalena ha capito tutto; anche la gherminella del colera. È furente anche per questo. Siamo tutti bugiardi! Tutti impostori! Anche la mamma sa tutto ripeteva Giacomino fra . Meglio così e per calmare e intenerire il babbo diede in un pianto dirotto. Si... Ci vuol altro che lacrime!

La signora Maddalena non poteva immaginarsi che quelle dodici lirette erano state rosicchiate in tanti confetti dai candidi dentini di mademoiselle Fanny. Dovrò partire, quando? demandò il giovanotto, che voleva finirla; anche per trovarsi solo ed essere padrone del suo dolore, per sfogarsi, per piangere. Partirete... quando avrò la risposta del Rosasco: gli scrivo subito. Andate.

Dentro gl'intimò la moglie. Eccomi ed entrò. Chiudete. Il signor Daniele, chiuse d'uscio, sgraffiandosi anche un dito tra per la fretta e la confusione. Bisogna mandare questa lettera alla posta, sul momento strillò la signora Maddalena mostrandogli la lettera scritta al Rosasco. Ma alla posta centrale. È più sicura. Dammela, la porto io.