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Aggiornato: 19 maggio 2025


Così divenne in ispirito, volta per volta e sempre su precise basi tecniche, industriale, ingegnere, farmacista, meccanico, armatore di navi, matematico, professore di belle arti. Fu un sibarita del conoscimento. Studiò ed ebbe familiari, oltre al greco, al latino ed alle lingue moderne, l’arabo, il giapponese, il sanscrito. D’ogni lingua citava e sapeva a memoria i poeti.

So quante cose si dissero in Europa sul conto mio e di quali avventurosi romanzi venni fatto l'eroe. Secondo alcuni avrei contratto uno splendido maritaggio a Valparaiso con la figlia di un ricchissimo armatore spagnuolo e sarebbe stato meno male! secondo altri avrei trovato la morte, una tragica morte, colto con alcuni arditi viaggiatori italiani, in un agguato di indigeni, sulle rive del fiume Darling in Australia. A dar vigore a coteste voci deve aver contribuito il nome di Nathan (appartenente anche a un illustre viaggiatore irlandese) che io dovetti aggiungere al mio nome di famiglia, per patto di adozione, allorchè mia zia, la contessa Maria-Luigia Polverari, rimasta vedova del barone Nathan di Londra, volle con questo mezzo generoso assicurarmi l'eredit

No, no; voglio dirvi tutto, giustificarmi; vedrete che non sono indegna dell'interesse che mi dimostrate. Vi ascolto. E prendendo una sedia, Marco Sabbia, tale era il nome di quel giovane, ricco armatore veneziano, si assise vicino a Gabriella.

E quand'ebbe finita e chiusa la lettera al signor Antonio Rosasco, armatore, a San Pier d'Arena, vi scrisse sopra: Urgentissima. Tutti erano assai inquieti nel fondaco. Perché la signora Maddalena si era chiusa nello scrittoio con Giacomino? Come mai? Di solito, quando andava in bestia, strillava come un'anima dannata, anche davanti alla gente, e quella volta non si udiva nemmeno la sua voce!...

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