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Era veramente Federico che scriveva. «Donna Livia. »Dal giorno, in cui voi mi diceste che tutto era finito fra noi, io non avrei mai ardito tentare di rivedervi, come del resto non lo avrei osato anche prima senza il desiderio vivissimo di giustificarmi. »Ed è ancora per giustificarmi che vi scrivo.

Ella fu di lui più forte, eppure aveva amato assai più!... Tutto è finito fra noi, Federico, gli rispose; dovete comprenderlo. , donna Livia, lo comprendo, ed è soltanto per giustificarmi che cercai rivedervi; prima voglio dirvi che io credevo davvero morire a Lepanto, quando gravemente ferito consegnai a dal Pozzo quel vostro ricordo onde rendervi la libert

Perchè la sola storia di un giorno? E se voi credete che gli avvenimenti della vostra vita possano formare soggetto d'una storia curiosa e dilettevole, perchè non tessere il racconto intero della vostra esistenza? Io ho supposto nello scrivere la prima linea di queste pagine che qualche lettore mi avrebbe indirizzata una simile domanda. Devo giustificarmi.

»Per prova di quanto asserisco, vi mando una lettera scritta da donna Livia al suo amante, al quale fu involata dalla moglie. »La duchessa si burlò così di voi e del conte nel medesimo tempo. »Non direte più, mi pare, che io lancio ingiuste accuse, e che sono perfide insinuazioni le mie. »D'altronde io dovevo giustificarmi per me e per mio marito. Donna Maria

NICOLETTA china la testa, e la tiene chinata, ormai sul punto d'essere vinta. S'io non verrò più qui, rimanendo a Milano, come giustificarmi? Per qualche giorno troverò dei pretesti. Poi me ne andrò. Non c'è altro mezzo. Per me, vivere qui o a Torino o a Roma, è indifferente. Andrò a stabilirmi a Torino. A voce bassa, in cui è una commozione che cerca di vincere.

Vi avverto, donna Maria, le disse alterato, che non sono disposto a tollerare la menoma celia, per quanto velata essa sia. La giovane si era fatta pallida, ma si rimise tosto. Credeva parlando così, disse, giustificarmi, rispondere alle vostre domande.

Egli mi rimproverava ch’io fossi venuta, e per giustificarmi.... Clelia Intanto, la veste è qui.... Perchè? Angiolina Perchè, signorina mia bella, se vi contentate di poche lire, io farò un’altra giratina e cercherò di venderla; altrimenti è proprio impossibile. Clelia Poche lire! Come sarebbe a dire? Una cinquantina? Angiolina Scherzate! Meno di dieci. Per dieci me l’hanno rifiutata. Clelia

Fa piú d'esso la sposa Bradamante: mi die' giú per lo capo del «forfante», gridando che il partito non è buono, e ch'è passato il tempo de' mariti, e ch'io pensassi a cantare in bel tuono il vespro e non a cercarvi partiti. Io per giustificarmi sol qui sono, perché i discorsi vengon travestiti; e non vorrei, se il falso vi si mostra, uscir, Marfisa, dalla grazia vostra.

: devono ricadere sul mio capo tutti gli errori della Cisalpina! : ho grandemente errato e non aggiungo, perchè non voglio giustificarmi, ho grandemente amato! Signori, colleghi: la discussione odierna dev'essere accanita, spietata come una requisitoria: dev'essere esauriente come un giudizio.... inappellabile. Non vi domando nessuna indulgenza, nessun riguardo, nessun rispetto per me, per i miei precedenti, per il mio passato, per i sacrifici compiuti: il noli me tangere è indegno di un vecchio soldato. Chi sta dinanzi a voi è un colpevole? Condannatelo! Soltanto ricordo questo: di tutto il programma della Cisalpina, uscito più dal cuore entusiasta che dalla ragione moderatrice, ricordo questo: una promessa: lavoro e pane per i nostri operai. E se il vostro cuore è chiuso ad ogni mia preghiera, dirò alla vostra ragione: Signori; è la prudenza che v'impone di non dimenticare la sacra promessa: lavoro e pane. Non vi domando altro, non vi domando niente, non voglio piet

Non comprendo come si possa pensare ad altri che a lei, in questi momenti dissi, come per giustificarmi. Tu non l'hai veduta. Sembra che muoia.