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Il Rubieri aveva combattuto a Curtatone ed era stato ferito. Parecchie altre cose si potrebbero spigolare da questo volume; ma io mi fermo qui. Il prof. In ogni modo la sua pubblicazione è importante. L'affetto di concittadino non ha fatto velo al suo giudizio, e per ciò gli auguro che porti presto a fine la biografia di Lionardo Vigo.

Il 29 maggio furono chiusi, esaurita la votazione, i registri. Come se ad ogni trionfo dei moderati dovesse corrispondere una sciagura nazionale, il fiore della gioventù toscana cadeva in quel giorno, sagrificato, per inscienza di guerra o peggio , sui ridutti di Montanara e di Curtatone.

Il 24 le truppe Toscane prendevano posizione a Montanara ed a Curtatone alla destra dell'armata Piemontese.

Si accedeva alle Cascine dalla così detta Porticciuola, oltre che dalla Porta al Prato. La Porticciuola era dove è oggi la Piazza Curtatone, allo sbocco di Via Borgognissanti, e di un'altra viuzza, parallela, che si chiamava Via Gora, famoso raddotto di donnaccole, di poverissime famiglie dell'infima plebe, che abitavano i luridi tugurii, i quali avevano dietro a le mura della citt

Formava quindi il piano di forzare la destra del Mincio per Rivalta, le Grazie e Curtatone contando di trovarvi debole resistenza, sorprendere alle spalle le truppe Piemontesi e sospingerle sotto le fortezze del quadrilatero.

Ottenuta la fusione il 29 maggio, lascia massacrare nel giorno medesimo quasi sotto ai propri occhi in Curtatone e Montanara 5000 fra Toscani e Napoletani che combatterono un giorno intiero contro 16.000 Austriaci.

Accorrete, concentratevi intorno a me, l'Italia ha bisogno di dieci, di ventimila volontari, raccoglietevi da tutte le parti, in quanti più siete: e alle Alpi! Mostriamo all'Italia, all'Europa che vogliamo vincere, e vinceremo. Milano, 25 luglio 1848. G. Garibaldi =Venezia, Treviso, Vicenza, Curtatone e Montanara, Goito, Peschiera, Rivoli Sfortunata giornata di Custoza Armistizio di Salasco.=

Appendice III. Del suo soggiorno a Firenze Garibaldi cosí discorre nelle proprie Memorie. «In Firenze accoglienza magnifica dal popolo, ma indifferenza e fame per parte del Governo, e fui obbligato d'impegnare alcuni amici per alimentare la gente. Era il Duca nella capitale della Toscana. Si diceva però la somma delle cose nelle mani di Guerrazzi. Io scrivo la storia, e spero di non offendere il grande italiano, se dico il vero. Montanelli, acclamato meritamente dalla generale opinione, lo trovai però quale me l'ero immaginato, leale, franco, modesto, volente il bene dell'Italia, col cuore fervido d'un martire; ma l'antagonismo d'altri neutralizzava qualunque buona determinazione, e poco valse perciò la breve permanenza al potere del prode e virtuoso soldato di Curtatone». A Mariano D'Ayala, Ministro della guerra, che al pari del Guerrazzi non vedeva l'ora che andasse via dalla Toscana, l'8 di novembre indirizzò questa lettera: «Cittadino Ministro. Sono a pregarlo di avere la bont

A Curtatone e a Montanara erano 5 mila Toscani con pochi Napolitani a guardia del Mincio comandati dal valentissimo generale Laugier, di questo pugno d'uomini il Maresciallo Austriaco coi suoi 15 mila che loro mandava contro credeva di averne ben presto ragione.

Come voi, rosei e frementi nei loro vent'anni, eran coloro che dal 48 al 70 combatterono per redimere l'Italia eran come voi animosi e gagliardi gli studenti che a Curtatone e Montanara, come a Roma, tennero alto agli albori del nostro risorgimento, il genio e il valore italiano; come voi erano entusiasti e nobilmente ribelli i Mille compagni di Garibaldi, che salpando da Quarto compirono il più grande fatto storico dell'epoca moderna; e giovani come voi erano i caduti sui campi di battaglia per la causa santissima da Custoza a Milazzo da S. Martino a Calatafimi da Pastrengo a Bezzecca da Volturno a Castelfidardo e Mentana; e le zolle d'Italia, ricoprono ovunque pietose le ossa generose di quella balda e fiera gioventù, che tutto abbandonando affrontava la morte al grido di «Viva Italia!...»