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«Oh mamma, che lettera ti scrivo! I foglietti si ammucchiano sul tavolino proprio come i fiocchi di neve sul davanzale della mia finestra. E non ho terminato e penso di dedicare a te anche una parte della sera ch'è gi

«Dall'espresso ho ricevuto il suo biglietto al quale rispondo con piacere, e gli dico che dopo quattro ore che mi fu consegnato i due oggetti, io non mancai di consegnarli a quattro oggetti simili a que' due che non si poteva trovare di meglio e sono sicuro che ora, nel momento che scrivo, sar

Fanne un involto e senza dir nulla a nessuno, va' dal vicino orefice e vendi. Quando hai i denari in mano, va da Enrico, con questo biglietto che ora ti scrivo.... Sedetti al tavolino e scrissi quattro righe con lieta furia di chi è sicuro di salvare un uomo che affoga. Le antiche donne che portavano i loro gioielli sull'altare della patria non erano più orgogliose di me.

Scrivo queste ultime parole d'introduzione alle sei del mattino. L'aria è pura, un mite lume di luna cede quietamente all'alba serena; a piè della casa un bianco mare di vapori pesanti dorme sulla valle. Vorrei che fosse così, amica mia, anche l

Non mi tratterrò sugli ultimi fatti; mancano tuttavia i particolari: io scrivo la vita di Carlo, ma soltanto alcuni ricordi del mio contatto con lui. Altri potr

Ho paura di perderti mormorò, e mi strinse la mano con un vigore di cui non l'avrei creduta capace; l'espressione cupa di prima le ricomparve in viso per un istante. Violet susurrai. Sposa mia. I suoi occhi si velarono, la sua dolce voce mi disse con timida passione: Per sempre? Per sempre, per sempre. Il mio cuore, mentre scrivo, risponde ancora così.

Quando non riesco ad azzeccare un'idea, ed ho nondimeno il prurito nelle mani, scrivo lettere; è giusto allora che io scriva al miglior degli amici. Ma poi le idee mi ritornano, o mi pare; e allora son tutto al lavoro. Guai se non fosse così.

Ella s'era affacciata alla finestra e sembrava compenetrarsi della luce folgorante che saliva dal lago, dardeggiava la linea onduleggiata delle montagne, incendiava le case di Desenzano, faceva frinir le cicale sugli alberi. Ad un tratto si volse e disse: Oggi scrivo alla mamma. Appunto, rispose Filippo. Anch'io....

Io so che sogno. Non è possibile ch'io sia sveglia, e stia raccontando a questi uomini che scrivo delle poesie». L'uomo colla barba si pizzicò il naso e si arricciò i baffi per non ridere. E Nancy, guardando quella fila d'uomini, vide che tutti ridevano, a testa bassa, chini sulle loro carte, ridevano ils pouffaient! e non volevano farsi scorgere. E... non faceva altro?

«Ma io faccio delle eterne divagazioni come se fossimo in vacanza. Scrivo, scrivo, qualche volta senza capire io stessa quel che penso, colla furia di chi sta dipanando una grossa matassa, di cui si potr