Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 7 giugno 2025
Onde appena sono in piazza, che le genti mi sono adosso, dicendomi che Pirino sta innamorato di una puttana; e che quelle ricchezze che con tanto risparmio e lunghe fatiche sono state raunate in casa mia, vanno in essilio in casa di un ruffiano e si consumano in un viver lussurioso; e che allettato dagli artefici di costei, cerca rubbarmi cinquecento ducati per riscattarla.
CRICCA. Artemisia? proprio erba per i vostri denti! PANDOLFO. «A cavallo vecchio erba tenerella». CRICCA. Ben che lo confessiate che sète cavallo. Che volete donque? che vi sia ruffiano? PANDOLFO. So che a te non si potrebbe fare piú gran piacere che essere richiesto di ruffianeria; ma io ti vo' per aiutante. CRICCA. Dite su.
MANGONE. Comprare schiavi e schiave belle e venderle poi a' giovani che se n'innamorano. CAPITANO. Come se dicessi ruffiano. MANGONE. Come se tu lo dicessi e io ci fussi. Non mi vergogno dell'arte mia; ma qual arte è la tua? CAPITANO. Di corseggiar mari e lidi de' nemici e andar facendo prede.
ALESSANDRO. Non altro di questo? PIRINO. Non altro. ALESSANDRO. Perché tanti scongiuri? PIRINO. Con questo verrò a rubar la mia Melitea dalle mani del ruffiano, come poi vi dirò piú a lungo in casa vostra. Aiutatemi, amico caro, a cosí onesto e onorato furto; e se mi potrete scambiar questi danari in altri, me ne farete piacere, perché son di mio padre, ché non venisse a riconoscergli.
Ma alfin voi sète il padrone, vo' piú per voi che per lui. FILIGENIO. Cosí mi par di ragione. FORCA. Quanto avete detto, tutto è vero: che sta innamorato di una cortegiana, detta Melitea, che sta in poter di un ruffiano che l'ha venduta ad un dottore per cinquecento ducati; e però ne arrabbia di dolore. FILIGENIO. Dove pensa avergli? FORCA. Rubbargli a voi come meglio potrá.
APOLLIONE. Questi è veramente mio fratello; né fu tanta la pena che ho sentito in questa sua assenza, che non sia maggior la gioia che adesso ho che lo riveggo. Gerasto, padron caro, costui è padre di chi sta in casa vostra. GERASTO. Talché ugualmente e dal padre e dal figliuolo son stato assassinato? PANURGO. E può esser che io sia stato ruffiano a mio figlio?
A me sta il menarla dove mi piace, le sono per dirvela onestamente come un ruffiano.
FILIGENIO. Vien qua, rispondimi a quanto ti domando. FORCA. Eccomi. FILIGENIO. Non hai tu tinto la faccia di carboni a mio figlio e vendutolo al ruffiano? poi tinta la faccia di carboni alla puttana, e l'hai fatta comprar da me, facendomi pregar da Alessandro?
IULIA. Dilli, al tuo maestro, che l'è un gran sciagurato. MALFATTO. È ben vero, sí. IULIA. E è un tristo e un gaglioffo; e che, se non è savio, gli farò romper el capo. MALFATTO. Sí, che non possa sedere. Oh! che l'è gran poltrone, alla fé. IULIA. Basta. Digli pure ch'io non voglio che mio figliuolo vadia piú alla scola sua; ché non vo' che mel faccia un ruffiano. MALFATTO. È ben ruffiano, sí.
DOTTORE. Sappiate, Filigenio caro, che non è sí brutto il fatto istesso, come il modo con che l'han fatto; perché si son serviti della vostra persona per intermedio della propria furfantaria, e farvi ruffiano di vostro figlio; e se nol credete, potrete or ora vederne l'esperienza, perché lavando la faccia a quello schiavo che avete in casa, diverrá bella, bianca e pulita, e se volete veder piú innanzi, la troverete femina in carne e ossa.
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca