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Aggiornato: 25 giugno 2025


La tenerezza carnale rosea del crepuscolo inonda la vallata, spalma di olii dorati le groppe dure, le gravidanze grottesche, i gomiti ostili, le ondate ribelli e i rigonfiamenti pietrificati delle montagne. I nostri 75 campagna rispondono rabbiosamente ai forti austriaci di Tonezza...

Ah! li spezzerò, i vostri flauti persuasivi... Ed i loro tronconi?... A voi, a voi... per nutrirne la rosea fiammata del mio calmo bivacco!... Oh! non ridete! Altro non è che un fuoco di sterpi per allontanare le fiere e arrostir carni prima di ripartire!...

Si mangiava in silenzio quando Anne-Marie chiese a sua madre: Che cos'è questa cosa marcia che mangiamo? Zitta, cara, disse Nancy. E' buonissimo. E' stufatino. Cos'è il stufatino quando è vivo? chiese Anne-Marie. Nancy sorrise, e la fossetta le si incavò rosea nella guancia.

In quelle lunghe ore di riposo, Silvia volava con la fantasia ai paesi immaginarii, sprecandovi tutta la forza accumulata nel suo lungo periodo d'inerzia. Ecco il bambino, bello, vivo, sangue del suo sangue, cuore del suo cuore; gli occhietti neri luccicano nel bianco visino, le labbruccie spruzzate di rosso chieggono i baci. Eccolo nudo e ridente davanti alla fiamma del camino, agitando le gambette, contento del calore e cercando mordere il suo piedino di angelo. Ma è possibile? Questa cosetta rosea, graziosa, quest'animuccia che ancora rammenta le voci del paradiso, è suo figlio, suo, suo, suo? Egli dice la prima parola, il caro adorato vuole la mamm

Poi subitamente la posò sulla coverta. Tu che hai? Sei malata? . È cosa da niente, cosa da niente sentenziò, come aveva sentito dire qualche volta alla mamma una buona sudata e passa. Come l'altra non diceva nulla, Cristinella si seccò. Aperse la bocca rosea con un lungo sbadiglio e si allungò sul lettuccio, nel sole. Sai guardare il sole? No. Io , guarda. E si mise a fissarlo.

Io era felice di poterla contentare, e glielo dissi. Bianca, disse a voce bassa, la piccola Bianca, la nostra creatura che è laggiù, e mi additava la camera della balia, impallidisce, vien magra.... Che dici mai! t'inganni; ieri appena era rosea come un amorino. Ed oggi non lo è più, ribattè con un sorriso furbo che parea domandare non esser colto in fallo. Ebbene?

Erano più di trenta carrozze, tutte colla cassa della forma d'una conchiglia, altissime, coperte di dorature e di fiorami dipinti, e tirate da robusti cavalli neri, su ciascuna delle quali stava seduto un contadino vestito in gala, e una donnina rosea col casco d'oro e il velo bianco.

Con le mani congiunte in grembo, con la testa un po' levata, guardando il gran cielo intorno, ella cantava; la fine bocca rosea si schiudeva ad arco, mostrando i denti bianchi, scintillanti, e ogni tanto i soavi occhi seguivano quasi il movimento molle della musica, aprendosi più grandi sul paesaggio.

Dov'erano andati? V'è forse qualche rosea regione sconosciuta, confinante con la terra, dove avevano trovato rifugio; oppure s'erano confusi con la natura, erano diventati parte di quel fulgido sito, di cui prima sembravano una emanazione? S'erano forse compenetrati con gli alberi, coi cespugli e con gli arrampicanti della villa?

La vedeva rosea e ricciutella, andar per la casa barcolloni, o a carezzarlo con le sue piccole manine quando la prendeva in braccio, e la mangiava dai baci; la vedeva stringere i pugnetti e i pochi dentini quando le diceva; fai le rabbie.... E aveva dovuto abbandonarla appena slattata!

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