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Aggiornato: 21 giugno 2025
La testa china, le mani intrecciate, l'occhio fisso davano indizio più che mai, ch'ella si era internata ne' suoi pensieri abituali, e in quel momento ripensando al Palavicino, sentiva una tenerezza così intensa per quell'amico suo, ne aveva così netta innanzi agli occhi l'immagine giovanile, che, sprofondata, a dir così, in quella dolce contemplazione, nessuna cosa ci poteva essere, che valesse a scuoterla ed a farla accorta di quanto le avveniva d'intorno.
Uno degli amici di lui era tuttora in relazione con un antico ufficiale della polizia al quale avea prestato servizio in altri tempi. Questo ufficiale, ora defunto, scrisse subito a quell'amico per avvertirlo del pericolo che il Confalonieri correa.
Ugolino Gonzaga, trovando quell'entusiasmo esagerato, si mordeva le labbra, e pareva quasi pentito d'aver cooperato a salvare il tiranno. Uguccione della Fagiuola, al quale nulla sfuggiva, mi accennava con due occhiacci stralunati, e con un sogghigno sardonico quel marito soddisfatto, quella moglie affettuosa e quell'amico malcontento; indicandomi in pari tempo la beata fisonomia dell'arcivescovo Giovanni, che ammirava in quegli amplessi la santit
Amo Orazio, e mi godo qualche sua ode, centellinando, assaporando le strofe, in mezzo a quei fregi, ornati, bozzetti di scene romane e pompeiane, onde il Murray ha accompagnato il testo, come di cose che gli appartengono. Più volentieri mi fermo ai passi dov'è fatta menzione dell'acqua. Quell'amico del vino sentì la poesia delle fonti. La sentirono, del resto, tutti i Romani.
Ma non si eran forse detto tutto? E non avevan forse fatto male, a dirsi tutto? Massimo rispose vagamente che doveva scrivere alcune lettere urgenti; che si sarebbero veduti più tardi, alla Villa, verso le undici, senz'altro. Freddamente, l'avvocato promise di esserci, e si divisero, convinti che non si sarebbero riveduti quella sera, e forse mai più. Per dolce che sia il passato, esso è morto; e fantasmi, anche soavissimi, turbano l'animo dei più coraggiosi. Quando fu solo, Massimo si pentì di essersi condotto a casa quell'amico: tante chiuse cicatrici avevano stillato sangue, in quelle due ore! Mentre egli seguitava a fumare, nel salotto, udiva il suo servitore che riordinava la piccola stanza da pranzo; e poco dopo, il giovanotto gli venne a chiedere se avesse bisogno di lui, in quella sera, chè avrebbe voluto andarsene a trovare certi amici, per fare una passeggiata, con quel caldo così grande. Massimo, con una parola, lo licenziò: la porta si richiuse; egli era perfettamente solo. Ma la sua serata era perduta, postochè aveva voluto risalire imprudentemente il fiume del passato, in compagnia di una persona che aveva amata: il viaggio lo aveva scoraggiato, facendogli perdere quell'ultimo resto di morale pazienza, che lo aiutava a tirare innanzi quella solit
20 Quivi il crudo tiranno Amor, che sempre d'ogni promessa sua fu disleale, e sempre guarda come involva e stempre ogni nostro disegno razionale, mutò con triste e disoneste tempre mio conforto in dolor, mio bene in male; che quell'amico, in chi Zerbin si crede, di desire arse, ed agghiacciò di fede.
Era la voce del suo compagno di espiazione, di lui che lo aveva sorretto per cinque anni sul cammino del dolore; del giovine levita che portava il nome di Fratello Consolatore. La parola, l'aspetto di quell'amico produssero nell'anima dell'Albani una reazione benefica. Tu qui, fratello! esclamò l'Albani volgendosi al Levita, e gettandogli al collo le braccia.
Pensando che egli doveva essere quell'amico, a cui accennava donna Livia in uno de' suoi fogli, si erano lusingate di potersene servire destramente onde condurre Federico a qualche insano tentativo per riavvicinarsi, non fosse che una volta, a donna Livia. Ma le loro speranze su Dal Pozzo essendo andate deluse, pensarono ad altro per perdere la duchessa. Bisognava decidersi senza indugio.
Eppure doveva essere una dolce cosa sentirsi amata così. Una dolce cosa, che lei non proverebbe mai... Ma mentre pensava questo, invasa da una gran voglia di piangere, di piangere, sul petto di quell'amico di un'ora, che le parlava con tanto calore, sentì un braccio forte e tremante stringersi intorno alla sua vita, e quella voce dolce e profonda ripetere: Di' vuoi?
Subito! belò la padrona dal banco; e uno sciancato mariuolo, uscendo da un camerotto interno, mise innanzi ai due galantuomini una boccia impagliata e due nani bicchieri arrovesciati sur un vassojo di peltro; stappò la boccia, volse i bicchieri, e li colmò del liquore. Alla salute di quell'amico! Come volete; e alla nostra!
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