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Aggiornato: 1 luglio 2025
ch'a la corona vedova promossa la testa di mio figlio fu, dal quale cominciar di costor le sacrate ossa. Mentre che la gran dota provenzale al sangue mio non tolse la vergogna, poco valea, ma pur non facea male. Li` comincio` con forza e con menzogna la sua rapina; e poscia, per ammenda, Ponti` e Normandia prese e Guascogna.
Questo fatto è provato inoltre da' privilegi di colonia provenzale, che Carlo II nel 1300 concedette ai Catalani dell'armata. Diplomi del 3 gennaio tredicesima Ind. nel reg. del r. archivio di Napoli, segnato 1299-1300, C fog. 50 a t. Presso il Caruso, Bibl. sic., tom. II, pag. 780. Saba Malaspina, continuazione presso di Gregorio, Bibl. arag. tom. II, pag. 332.
«Ma scusate; senza badarvi, la recitavo nel testo provenzale, non rammentando che l'avevo tradotta. «Corrucciato, dolente, io partirò, Se pria non vegga l'amor mio lontano, E non so quando mai lo rivedrò, Chè nostre terre son troppo lontano! «Quel Dio che quanto viene e va creò, Che vita diede a quest'amor lontano, Mi dia conforto al cor, perchè pur ho Speranza di vederti, amor lontano!
«E che dunque?» interveniva terzo Ghino di Tacco «da che questo ladrone provenzale fu sì veloce a investire il Reame, e si mostra così presto di lingua, e insolentisce fino a mandare il guanto di sfida al figlio dell'Imperatore,» e qui mostrò il guanto che gli aveva consegnato Carlo «saremo noi sì codardi da non rispondere alia chiamata?»
Dell'avara Albione! tartagliò il De' Carli. Ma non avara di lusinghe pel nostro provenzale; soggiunse il Cig
Ruggiero in questo volteggiava cautamente fuori il golfo di Napoli, ignorando ove fosse re Carlo con la flotta provenzale; e volea cogliere il tempo a slanciarsi o su lui o sul principe.
Mentre che la gran dota provenzale al sangue mio non tolse la vergogna, poco valea, ma pur non facea male. Lì cominciò con forza e con menzogna la sua rapina; e poscia, per ammenda, Pontì e Normandia prese e Guascogna. Carlo venne in Italia e, per ammenda, vittima fé di Curradino; e poi ripinse al ciel Tommaso, per ammenda.
Il Maestro della nave, Provenzale dal viso rubicondo e dai capelli ricciuti, era un piacevolone, finissimo intendente del vino, gran partigiano di quello di Sciampagna; del rimanente istruito a cantare sul liuto otto o dieci canzoni da taverna, e pratico di quanti giuramenti correvano in quei tempi per le bocche dei Fedeli: ma poichè laddove compariva quel viso severo di Carlo la gaia canzone cadeva in isvenimento, e la bestemmia peggio che mai, essendo il Conte religioso, o simulando esserlo, tutta la scienza del Maestro si riduceva a niente, ed egli stava col
Esiste un prestigio incancellabile in questo nome di Provenza, e questa contrada, irradiata dal più bel sole, rinomata per il suo bel canto, ricca di vigneti e di olivi, irrigata da un grande fiume, animata da mille ricordi dei tempi antichi, esercita tuttora un vero fascino sopra gli abitanti dei paesi settentrionali. Il riflesso romantico delle canzoni dei trovatori sta su di essa come la gloria di un tramonto sanguigno; imperocchè quell'epoca della poesia del medio evo è tragicamente collegata allo sterminio degli Albigesi, di quegli eretici coraggiosi, di quegli eroi del pensiero, che insanguinarono la poesia provenzale, la libert
Anche in questa breve canzonetta, come vede il lettore, torna in ballo il costume dell'antropofagia; a cui pure accenna l'ultimo verso del canto provenzale. Sar
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