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Aggiornato: 14 giugno 2025


Questa opinione a noi sembra la sola ammissibile, imperocchè noi siamo fermamente persuasi che quì l'azione della donna non ha nulla in di cattivo; perciò crediamo che il giudizio, dato da Habert e dagli altri teologi che ed esso aderiscono, sia troppo severo, e non fondato. La moglie può dunque quand'abbia una sufficiente ragione, prestarsi passivamente al marito: ma la ragione scusante deve essere proporzionata alla malizia del peccato e all'effetto della cooperazione, imperocchè non si può mettere in dubbio che la moglie in questo caso cooperi direttamente al peccato del marito: per ciò la causa scusante vuolsi che sia grave. Così ora pensano in generale i confessori dotti e pii, e la stessa Sacra Penitenzieria, la quale interrogata con queste parole: «Una pia moglie può ella permettere che suo marito le si accosti, dopo che ella sa per esperienza ch'egli segue la nefanda usanza di Onan.......... specialmente se, rifiutandosi essa, si esponga al pericolo di sevizie, o tema che il marito vada a sfogarsi con prostituterispose il 23 aprile 1822: «Siccome nel caso proposto la moglie, da parte sua, nulla farebbe che fosse contro natura, faccia pure questa cosa che è lecita; e tutto ciò che vi ha di disordinato in questo atto si imputi alla malizia dell'uomo, il quale, invece di consumare l'atto conjugale, si tira indietro e spande il seme fuori della vagina. Se la moglie, dopo aver fatto le debite ammonizioni al marito, che insiste minacciandole percosse, la morte, od altre gravi sevizie, essa nulla ottiene, può allora, senza peccare, (come insegnano provetti teologi) prestarsi passivamente al marito, imperocchè, in questo caso, essa non fa che semplicemente tollerare il peccato di suo marito, ed ha per gravi motivi di scusa, perchè la carit

Giovanni di Bazano parla di un capitano tedesco, chiamato Garnier, che invase alla testa di 3500 lame il territorio di Modena e di Mantova, nel 1342, accompagnato da 1000 prostitute, e da ragazzi libertini e corrotti.

Giovani, siate per lo meno sobrii se dovete abbandonarvi a questi mezzi estremi! Le prostitute sono a temersi, perchè appartenendo esse a tutti gli uomini che le pagano, possono facilmente incalzarsi varie malattie sempre gravi, perchè infettano il sangue, e fra le tante la più grave che è la sifilide.

Oltre delle prostitute e delle cortigiane era venuta su una nuova classe di pervertite, le quali attiravano i giovani ricchi, fingendo di darsi ad essi per amore e non per venalit

Se ne infischia questa giovane che spara col moschetto da un portone contro il fondo del cortile. Spara, poi si slancia dentro. Tumulto grigio verde. Braccia nude e capelli al vento. La gioconda chiacchiera veneta pettegola colla mia mitragliatrice che bersaglia un caseggiato zeppo di bosniaci e prostitute austriache.

Non essendovi portinaio, la corte apparteneva, di giorno come di notte, ai lazzaroni, ai mendicanti, ai musici ambulanti, alle prostitute, agli animali perduti, ai fanciulli scostumati: era il salone del vizio e della miseria. Un materassaio vi veniva a battere il suo crine e cardar la sua lana, perchè gli accomodava così, non curandosi punto se il rumore e la polvere incomodassero gl'inquilini.

L'amico Lattes, dice Sacco, rimpiange il suo imboscamento di un anno al comando supremo. Taci! tu hai fatto la guerra molto meno di me. Ti dai delle arie da viveur per due o tre prostitute dei Portici Po... Io non sono stato giolittiano e neutralista come te, e leccapiedi di tutti i professori germanofili. Dove eri nelle giornate di maggio? E tu, dove eri?

Ora teneva il mento piegato su le mani congiunte. Ne’ suoi capelli oscuri, scintillanti, entrava, s’impigliava, come una lieve sciarpa, il fumo. Era tardi; si udiva dalle sale contigue il rumore ubbriaco d’altre cene. Scendevano giù dallo scalone, i giocatori, con le tasche ripiene d’oro; altri, perseguitati dalla disdetta, lugubri, con facce sparute. Bevevano, arsi, avidi, senza sete. Nel vino affogava l’irritazione, la vergogna del denaro male usato. Era tardi. Le donne, le prostitute, ormai stinte, spettinate, accentuavano, vicino all’ora della coltre, la eccitata loro femminilit

Vitellio fu l’allievo di Tiberio e servì i suoi infami piaceri, cioè a dire continuò un simil genere di vita. Tito nutriva nel suo palazzo un gran numero di schiave che servivano ai suoi piaceri. Domiziano si bagnava con le prostitute compiacendosi a strappare i peli delle sue concubine. Sua moglie si prostituiva senza vergogna a tutti quelli che la desideravano.

La pazzia saffica è stata spinta tant’oltre nelle case di tolleranza che anni fa si constatava che quasi tutte le prostitute rinchiuse a Saint-Lazare, prigione femminile di Parigi, portavano sul corpo inciso il nome di un’altra donna. Pare però che da qualche anno a questa parte simil genere di tatuaggio sia stato abbandonato.

Parola Del Giorno

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