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Aggiornato: 17 giugno 2025


Oh Dio!! disse la Ginevra alzandosi in piedi. Oh ditemi, in una parola, di che si tratta! Io tremo di spavento... pure, parlate... ve lo prometto... sarò forte! E tornava a fissare i suoi grand'occhi atterriti sul volto del Morone, quasi per leggervi in prevenzione quel che gli rimaneva a dire.

Non posso promettervi nulla, disse don Vincenzo, parlerò al signor Guerini in proposito; ma se volete un mio consiglio, tornate domani al lavoro, e vi prometto ch'egli far

In quel momento Maria gli apparì come l'angiolo salvatore, come la sola persona che potesse consigliarlo. Non sono malato, non ho bisogno di nessuno, mi occorre soltanto di confidarmi con lei, di dirle quello che mi accade. Io sono pronta ad ascoltarlo, diss'ella facendoselo sedere accanto, e le prometto che farò quanto star

LÚCIA. Ti prometto certo che m'è uscito de la fantasia che non li son mai piú per voler bene, se vivessi mill'anni. FRONESIA. Hai da sapere che è ben gran tempo che la sua natura ho cognosciuto e forse l'avrei detto inanzi che ora; ma ti li vedeva troppo inclinata. LÚCIA. Ora, per l'avenire, forse li sarò manco. FRONESIA. Oh!

Prometti prima che sarai buono, e che mi darai un bacio solo; sulla fronte. Prometto. Giura. Giuro. Quando vieni? Lalla alzò il capo seria, per riflettere. Essa voleva le sue lettere, e se avea promesso di andare da lui, tanto valeva farla subito quest'ultima scappata, perchè ogni che passava il pacchetto col nastrino azzurro si trovava sempre in maggior pericolo.

FILOCRATE. Se alcuno è al mondo che possa avere nel mio mal rimedio, penso che l'abbi tu; benché sia poco, e di parole. E poi, del resto, il male è giunto a tal ch'omai piú cosa umana non li può dar conforto. FRONESIA. Dillo, adunque; ch'io ti prometto quel che in questa vita onestamente per me si può fare in ogni cosa.

18 Rinaldo molto non lo tenne in lunga, e disse: La battaglia ti prometto; e perché tu sia ardito, e non ti punga di questi c'ho d'intorno alcun sospetto, andranno inanzi fin ch'io gli raggiunga; meco rester

E tutti i suoi figli debbono fargli corona, in quel giorno! rispose Gino, animandosi. Non mancherò, te lo prometto. Nel raccogliere le carte che stavano pigiate entro i cassetti, venne fuori la lettera di Lucca. To'! disse Aminta. Ecco una lettera che non hai neanche aperta. Ah , è vero; rispose Gino, crollando la testa. Perchè non la leggi? chiese Aminta.

Noi ve ringraziamo: e certamente ch'un po' di suspetto è quello che mi tiene cosí ambiguo del venire; perciò che non è molto che simo stati assaltati qui nella strada da un certo maestro Antonio. RUFINO. Venite, non dubitate; ch'io vi prometto de farvi far domatina la pace per ogni modo con esso lui. PRUDENZIO. Io verrò, adunque. O sustituto nostro! REPETITORE. Che ve piace?

Ma voglio che tu guarisca, m'intendi? lo voglio. Ad ogni costo, risanerai; non ti ammalerai più; non avrai più da soffrire, te lo prometto. E tu? mormorò ancora l'infermo, aprendo ben gli occhi, come se volesse significarle colla intensit

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