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Aggiornato: 18 giugno 2025
Trasportati a Cartagine, caddero nelle mani di Belisario e furon da questi riportati a Bisanzio. Gli ebrei allora, come afferma Procopio, li reclamarono all'imperatore Giustiniano, che li fece portare in una chiesa di Gerusalemme. Strana storia, invero, quella di questi tesori del Tempio, portati altra volta a Roma da Tito!
La preghiera fatta da Salomone in tale occasione è degnissima di nota. Cominciò a ringraziare Iddio di tanti favori accordati al padre suo, e di quello poi insigne di avere reso lui stesso degno di dedicargli quella Casa; enumerò le diverse contingenze che avrebbero potuto condurre gli individui e il popolo intiero a versare la piena del loro dolore in quella Casa, da dove sarebbero usciti immancabilmente col cuore confortato; e finalmente con un sentimento di tolleranza tutt’altro che comune alle idee generali di quei tempi, così soggiunse: «E anche lo straniero non appartenente al tuo popolo che venisse a supplicarti in questa Casa, deh o Dio! ascolta la sua preghiera e compi i suoi voti; cosicchè tutte le nazioni, quanto il tuo popolo Israele, siano portati ad adorarti dalla cognizione della tua potenza e della tua bont
Festeggiano la primavera sui prati e nei vigneti; bevono del migliore e mangiano i resti del giorno innanzi, portati nei tovaglioli messi in bucato la settimana santa; dopo il pasto gli uomini continuano a bere, le donne a chiacchierare, i fanciulli si rincorrono, ruzzano, giuocano; e le zitelle tornano finalmente a danzare coi loro dami, dopo aver camminato ad occhi bassi tutta la quaresima, senza poter parlare con essi neppur sul sagrato.
Noi ripeteremo una cosa detta fin dal principio di questo racconto: amiamo i bei nomi quando sono ben portati, e null'altro. La nobilt
Esigono di essere portati in autocarro sulla linea del fuoco. Concludo: Sono dei cavalli da corsa, che non vogliono prepararsi alla corsa fra le stanghe di una carrozzella. Il generale Grazioli e il generale Filippini sorridono, e con tono militare mi espongono la loro volont
Nella sala non erano accesi i lumi ancora, quando io v'entrai. Lidia e Gian Luigi stavan sul divano, ai lati opposti; ma l'ombra della sera calante m'impediva di scorgerne bene il viso; chiaro non si vedeva che l'abito di Lidia. Quando i lumi furono portati, rilevai qualche cosa d'insolito in Gian Luigi e ne fui impressionato d'un'impressione confusa, oscillante fra la curiosit
Così narra Ammiano, e da lui non discorda Giuliano stesso nell’elogio dell’imperatrice Eusebia ch’egli scrisse per attestarle la sua riconoscenza, elogio nel quale il nuovo Cesare, come negli altri due discorsi diretti all’imperatore Costanzo, cela, sotto la maschera della devozione, i suoi veri sentimenti. Egli pure narra le pompe solenni e i donativi ricevuti, specialmente da Eusebia. Ed insiste su di un pensiero tanto gentile dell’imperatrice che basta a dimostrarci come, fra lei e Giuliano, dovessero correre relazioni confidenziali ben più strette di quanto appare dai discorsi ufficiali. «Io voglio, egli scrive, rammentare uno dei suoi doni, perchè ne ho avuto un singolare godimento. Siccome essa sapeva che io avevo portati con me pochissimi libri, nella speranza e nel desiderio di ritornarmene a casa il più presto possibile, così me ne diede tanti e di filosofia e di storia e di retorica e di poesia da soddisfare largamente il non mai saziato mio desiderio dei loro colloqui, e da trasformare la Gallia in un Museo di libri greci. Non staccandomi mai da quel dono, non è possibile che mi dimentichi della donatrice. E, quando io parto per una spedizione di guerra, ho meco uno di quei libri come un viatico della marcia»⁵⁵. Giuliano si esalta nell’esprimere l’ammirazione per la sua protettrice. «Quando io giunsi al suo cospetto, mi parve di vedere, in un tempio, ritta la statua della saggezza. La riverenza empì l’anima mia, ed inchiodò, per qualche tempo, i miei occhi al suolo, finchè essa mi esortò ad aver coraggio.
Ezio andò ad accompagnarli un bel tratto fin verso Bolvedro, stando in mezzo a loro due colle braccia infilate nelle loro braccia. Vincenzina ritornò colla sorella pel viale del giardino; ma quando fu presso il casino svizzero si fermò improvvisamente e ruppe in un gran pianto. Che cos'hai? chiese Matilde. Niente. Perchè piangi? Non so. Voi vi siete portati bene. Ezio fu un tesoro.
Quasi in tutte le case del Mezzogiorno si vedono queste corna, tenute come amuleti contro il «malocchio» e piccoli cornetti vengono portati dai principi alla catena dell'orologio e pendono dal collo dei ragazzi dei pescatori.
Decidemmo di prendere la stessa direzione, allorché vedemmo venire a noi il sottotenente Mussi e il caporale Luperi, che essendosi portati fuori della citt
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