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Aggiornato: 11 giugno 2025


Ma Pietro non era in casa; e la Virginia doveva avere fatta una buona accoglienza al nemico; taluni pretendevano anzi che, leggendogli in faccia il cattivo proposito, ella gli facesse pagar caro lo scotto, anche per le figliuole: e soggiungevano di avere incontrato il beone mogio mogio, e quasi incapace di moversi.

Vedrai, Falco, in quel giorno se farò loro pagar caro il sangue di Grampo e la minaccia di mozzarmi il capo come ad un assassino".

LIMOFORO. Ma che cortesia potrá sperar da me, s'egli m'ha offeso nell'onore, ché so che questa notte non avrá dormito? Mi dispiace nell'alma d'usargli discortesia. Ma ditemi, che ho da fare? GIACOMINO. Eccomi a pagar quell'offesa con quel pagamento con che soglionsi pagare simili offese. LIMOFORO. Ditemi questi pagamenti.

Ma se c'era uomo inetto a capir questi sentimenti era Leonardo Bollati, il quale non vide in tutto ciò che uno sciocco puntiglio e pensò di far pagar cara alla moglie la matta ostinazione di stargli appiccicata ai fianchi.

Ora, durante quella lotta, mentre il servizio rimaneva sospeso, io dovetti notare che lo Stato non si sognò mai di intervenire in qualsiasi modo; si lasciarono tenere tutti i comizi che si vollero e se ne tennero da migliaia di cittadini non telegrafisti anche contro la Compagnia, alla quale fu detto che coi suoi lauti guadagni poteva pagar meglio la sua gente.

Il mio uomo gli ha dato il necessario per pagar le cambiali, e più ventimila lire, che andarono subito in tasca ad un mercante di cavalli. Se n'è pigliata una satolla, di grandezze! Ma si sa, chi vuole il dolce, senta l'amaro.

Alfredo, fu contento di questo telegramma perchè il Sig. Golasecca egregio bevitore eragli stato un buon amico a Torino, sempre allegro ed un po' matto. Vi andrò, disse, senza fallo, dopo la nostra cenetta, e sarò felice di pagar da cena a quelle ventidue persone di provato appetito e di sicura giocondit

Ezio si carezzò con un atto d'irritazione i piccoli baffi, mosse qualche passo intorno alla tavola, esitò un istante tra il bene e il male; ma come sempre, anche questa volta vinse il diavolo peggiore. Levò il portafogli e cavato un biglietto da cinque lire lo buttò sul suo piatto e se ne andò. C'era da pagar lautamente quel che aveva mangiato coll'aggiunta d'una buona mancia per la bella ragazza.

Perciocché, se con uno statere aureo, che pesava mezz'oncia, cioè due didrachmi, avevano 210 oboli, co' quali pagavano, per esempio, il tributo di 21 iugeri di terra; divenuto lo statere solo 180 oboli, non serviva che a pagare per 18, e per conseguenza conveniva loro aggiungere la sesta parte d'uno statere di piú, per pagar quella gravezza, che con un solo statere prima pagavano; ond'è verissimo che d'ogni statere d'oro il suddito ne perdeva la sesta parte.

Gridano i servi e non istanno a bada, fanno sudar quell'oste ch'era grasso, e la cucina è di faccende piena: Filinor sta in sul grave e pranza e cena. Due giorni stette quindi a gran diletto: pensa con ciarle di pagar l'ostiere.

Parola Del Giorno

dell’esule

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