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Aggiornato: 5 luglio 2025
Sigarette e sigari in bocca usciamo tutti nella calda notte d'estate che si sprofonda incalcolabilmente su l'incalcolabilmente vasta pianura. cra cra cra cra cra cra cra cra cra cra cra cra Polifonia oceanica di rumori, scatti, tonfi. Rane. Rospi. Officina filanda di scricchioliii organizzati cra cra cra cra cra cra cra cra cra cra cra cra.
Era una signora alta, magra, con un neo posticcio sulla guancia destra; compariva, eccezionalmente e solo per Lidia condiscendeva a muoversi dalla sua officina seguìta da una commessa che portava i giornali di moda, quei giornali di moda i quali rappresentavan per lei il limite a cui l'umana intelligenza può giungere e donde è affatto inutile si spinga innanzi.
Il tempo s'era fatto grigio. Di faccia al Corso, dal mare, saliva una nebbia densa come fumo di officina, lambiva le falde del Vesuvio, lo nascondeva fin quasi alla cima. Vagamente s'indovinava nel porto una gran nave; era una striscia tutta nera, indecisa. Intorno la citt
In casa Bellazio si riprese la solita vita. Da circa un anno, Marco aveva ottenuto il posto di direttore meccanico in una grande officina. Passati quei giorni di turbamento, ricominciò ad uscire il mattino pe' suoi lavori, ed a passare la giornata fuori. Era taciturno, e questo faceva meraviglia perchè aveva un carattere naturalmente sereno ed espansivo.
Ma che si celia? Un milione! Il sogno diurno e notturno di tanti milioni di bipedi implumi; il prurito eterno di tanti operai della grande officina umana, il sole di mille e mille pianeti e pianetucoli; il Dio, a cui tante e tante creature portano in tributo la loro vilt
Immensi e pesanti barconi opprimevano il fiume lampeggiante; qualche officina scagliava nel cielo i suoi cirri di fumo voluminoso; la citt
La coltura estensiva richiedeva macchine. Qualche povero fabbro italiano audace e volonteroso tentò di copiare le macchine straniere che capitavano nelle sue mani per le riparazioni. Riuscì. La sua fucina si ampliò a poco a poco, divenne officina, divenne fonderia.
Qui è la mia officina, il mio salotto d'estate, il luogo dove faccio i miei sonnellini, quando è troppo caldo. Quassù vedi i nidi delle rondini che mi tengono buona compagnia: per di qua si va in cucina: qua c'è un grottino fresco per il vin vecchio: per di qui si passa agli appartamenti superiori, da dove la vista è ancora più larga.
La stupenda officina delle armi e dei navigli veneti, verso la caduta della Serenissima si era quindi ridotta un'ombra di sè medesima, una bellezza stanca e disfatta dall'opera demolitrice degli anni, la cui fama richiamava ancora le genti a visitarla, ma più come un monumento delle passate et
Alla gran serie de' capricci di zecca ascrivo lo zecchino di cuojo del doge Francesco Corner. Durante lo stampo delle auree monete, sappiamo che la bizzaria di taluno che si trovava nella officina nummaria della Repubblica improntava di que' conii pezzi di rame o d'argento, non difficili a rinvenirsi nelle pubbliche e private raccolte. Così eseguendosi lo stampo degli zecchini del Corner, sar
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