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Aggiornato: 29 giugno 2025
¹ Le parole "disponessi di" mancano nell'edizione trascritta. Temporeggiando e destreggiando se ne può trarre partito, notògli Caldesi. Alle avvisaglie facendo mano mano succedere più gravi conflitti, io m'affido nella vittoria. Quando ci vedranno primi al pericolo, io soggiunsi, supereranno la nostra aspettazione.
Inoltre quelle che nell'edizione Colombani, per un assai palese errore d'impaginazione, erano le ottave 12-5 del canto quinto, presero nell'esemplare postillato il posto che loro toccava logicamente, il posto cioè delle ottave 8-11; e cosí all'inverso. Non ci pare necessario di fare troppe parole sui criteri, comuni a tutti i volumi degli Scrittori d'Italia, seguiti in questa ristampa.
Pareva un'esagerazione, una posa, e non era. Proprio come sembrano un'esagerazione, una posa da erudito quelle note, quei riscontri, quelle citazioni a piè di pagina, che raddoppiano e anche triplicano il volume dell'Alcibiade e quello dei Messeni e della Sposa di Mènecle nell'edizione del Reggiani.
Nell'edizione prima delle Rime posseduta dalla Biblioteca Vittorio Emanuele il sonetto n. Di Girolamo Muzio Amor nel cor mi siede e vuoi ch'io dica di qual esca racceso a l'alma mia sia 'l novo ardor, qual il soggetto sia ch'è de l'animo mio dolce fatica. Alma gentil d'alti pensieri amica, lumi amorosi, angelica armonia, fan ch'ogni mio disir lieto s'invia per le vestigia de la fiamma antica.
Nell'edizione dell'Amedeide maggiore, Genova, Pavoni, 1620, in 4.º dopo il frontespizio si legge il Contenuto del poema, che giudichiamo lavoro del Chiabrera. In esso con poche parole si d
Del lavoro il G. non restò troppo soddisfatto: gli pareva, a suo dire, macchiato «di sbagli ed errori, i quali accrescono bruttura alla naturale bruttura del poema» . Perciò, a libro finito, e, come pare, dopo il 1797 , vi tornò su, e ne apparecchiò una seconda edizione, tempestando di correzioni i margini d'un esemplare stampato, intercalando alcune giunte e portando alle proporzioni di vere e proprie Annotazioni le poche e brevi note sparse qua e lá nell'edizione Colombani.
Nell'edizione per altro che ho sott'occhio, i due romanzi, stampati in un fascio con altri, non portano titolo che di Poesie semplicemente: Gedichte.
Come avvenisse che un poema composto dapprima di soli canti dieci, qual si legge nell'edizione del Guasco, crescesse fino a canti 23, quanti se ne contano in quella del Pavoni, può vedersi nelle lettere del Chiabrera a Bernardo Castello, che si stampano dal signor Ponthenier.
Il consorzio d'uomini letterati e lo scrivere intorno al moto intellettuale d'Italia ridestarono in me, in quei primi tempi di soggiorno in Inghilterra, il desiderio lungamente nudrito di crescere più sempre fama ad uno scrittore, al quale più che ad ogni altro, se eccettui l'Alfieri, l'Italia deve quanto ha di virile la sua letteratura degli ultimi sessanta anni. Parlo d'Ugo Foscolo, negletto anch'oggi affettatamente dai professori di lettere, pur maestro di tutti noi, non nelle idee mutate dai tempi, ma nel sentire degnamente e altamente dell'arte, nell'indole ritemprata dello stile e nell'affetto a quel grande nome di patria dimenticato da quanti a' suoi tempi scrivevano ed erano i più in nome di principi, d'accademie o di mecenati. Io sapeva che dei molti lavori impresi da lui nell'esilio parecchi erano stati soltanto in parte compiti, altri erano, per la morte che lo colpì povero e abbandonato, andati dispersi. Mi diedi a rintracciar gli uni e gli altri. E dopo lunghe infruttuose ricerche, trovai, oltre diverse lettere a Edgar Taylor oggi contenute pressochè tutte nell'edizione ch'io pure ajutai, di Lemonnier quanto egli aveva compito del suo lavoro sul poema di Dante, e in foglietti di prove, due terzi a un dipresso della Lettera apologetica ignota allora intieramente all'Italia. Quest'ultima scoperta fu una vera gioia per me. Quelle pagine, senza titolo o nome dell'autore, stavano cacciate alla rinfusa con altri scritti laceri, e condannati visibilmente a perire, in un angolo d'una stanzuccia del librajo Pickering. Come nessuno fra i tanti Italiani stabiliti in Londra o viaggiatori a diporto andasse in cerca di quelle carte quando tutte potevano senza alcun dubbio ricuperarsi, e toccasse a un altro esule, fra le strette egli pure della miseria, la ventura di restituirne, undici anni dopo la morte di Foscolo, parte non foss'altro al paese, è memoria fra le tante di noncuranza e d'ingratitudine, vizî frequenti nei popoli inserviliti. Ma oggi che gli Italiani millantano d'essere liberi, perchè, a espiar quell'oblìo non sorge una voce che dica: «Invece di mandar doni a principesse che nulla fanno o faranno mai pel paese, e inalzar monumenti a ministri che nocquero ad esso, ponete, in nome della riconoscenza, una pietra che ricordi chi serbò inviolata l'anima propria e la dignit
E di queste, ed anche piú di quella fretta, rimangono numerose tracce e nell'edizione dell'Enciclopedia, ed in quella staccatane e lasciata, salvo il sesto e l'errata, compiutamente conforme, affinché ella fosse sofferta dove era stata sofferta la prima. Quindi io avea premura, lo confesso, di sottoporre a' miei compatrioti un'edizione compiuta, e quanto sapessi, nel medesimo tempo, corretta.
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