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TRASIMACO. Se fussi indovino, non sarei venuto a questo termine: almeno fammi una grazia, fammi viver due ore sole. GULONE. Perché due ore? TRASIMACO. Che mi mangi quello apparecchio che avea fatto in casa per te; e, dopo mangiato, fammi morire, ché morrò contento. GULONE. Che apparecchio era il tuo?

Basti rammentare per tutti Giacomo Clemente, uccisore di Enrico III, il quale si apparecchiò alla strage col conforto del pane eucaristico, e con le discipline più solenni della nostra religione.

Io fo costruire adesso un apparecchio, a cui vado a sottomettere la principessa, ed ò grande speranza nel successo. Ma ritorniamo a voi, principe... Non vi torniamo più, per oggi interruppe il principe, uscendo dal viale per rientrare nel castello. Sono stanco.

La Serenissima, fatta vegliarda, largheggiò per troppa debolezza in autonomie, in franchigie e donativi a benefizio de' suoi soldati di mestiere, ed apparecchiò fatalmente a medesima ed alle istituzioni militari quella rovina che, in altri tempi, aveva annientato il vigore delle colonie legionarie di Roma.

Quella donna aveva contato su la tua immaginazione, l'aveva eccitata con lo strano apparecchio di quei riti.... T'inganni. Ho pensato così di primo acchito; ma poi, riflettendo bene.... In due, saremo più forti. Vuoi provare? Proviamo! Il dottor Maggioli s'interruppe per guardare attorno, nel salotto, e interrogare le signore che erano state ad ascoltare con evidenti segni di abbrividimento.

20 Da tutti i canti risforzar l'assalto fe' il conte Orlando e da mare e da terra. Sansonetto ch'avea l'armata in alto, entrò nel porto e s'accostò alla terra; e con frombe e con archi facea d'alto, e con vari tormenti estrema guerra; e facea insieme espedir lance e scale, ogni apparecchio e munizion navale.

Carmina via come il vento, e, curiosa di non perdere sillaba dello interrogatorio, come se n'era andata ritornò veloce portando la cioccolata. Il Vicario, guardando Marzio, prosegue: Se in corte di Roma passò di usanza la salsa di forche e di mannaie, che Pasquino apparecchiò per Papa Sisto, ora questa voglia è incominciata a venire a noi. Gi

Conosci tu Gerasto medico, un certo uomo da bene? MORFEO. Io non conosco niuno uomo da bene. Che ho a far io con loro? io non prattico se non con ribaldi, perché mi danno da mangiare. Ma perché non andiamo a tavola e diamo una batteria a quel tuo apparecchio? PANURGO. È troppo mattino. MORFEO. Anzi mangiando presto la mattina, ogni cosa ti riesce a proposito quel giorno.

GULONE. Ahi, traditore, mi cavi l'anima col tuo apparecchio: e' par che mi tocchino la cima del fegado. Se con l'imaginazione ne godo, che sarebbe quando fussimo su l'atto prattico? e lo dici a tempo, che ho lo stomaco piú vóto d'una vessica sgonfiata, e il pulmone brusciato per la sete.

Ma Procolo era sempre triste: una ruga gli traversava la fronte e il suo occhio non brillava come quel degli altri. Scoccarono le dieci: bisognava separarsi; la famiglia di Luigia si apparecchiò a partire: nuove grida, nuove proteste, nuove promesse da ogni parte.