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Aggiornato: 15 giugno 2025
Orsú vieni, ché non vo' che tu muoia per mia mano: la mia vendetta sia la tua vita infame: sopravivi alla tua codardia! Questa è la casa di Lidia; vo' fare il segno: fis, fis. BALIA di Lidia, AMASIO, LIDIA, DULONE. BALIA. Cintio mio, sète voi qui? AMASIO. Sí ben, balia mia cara. BALIA. Lidia, Lidia figlia, che badi che non corri a ricevere il tuo Cintio? LIDIA. Cintio, anima mia, dove sei?
Come si frange il sonno ove di butto nova luce percuote il viso chiuso, che fratto guizza pria che muoia tutto; così l’imaginar mio cadde giuso tosto che lume il volto mi percosse, maggior assai che quel ch’è in nostro uso. I’ mi volgea per veder ov’ io fosse, quando una voce disse «Qui si monta», che da ogne altro intento mi rimosse;
GERASTO. Ed io poiché non posso rimediare al mio onore altrimente, è forza che me ne contenti: io gli perdono né vo' che muoia, non perché egli sia degno di vita ché dovea farmela chiedere ordinariamente e non con trappole macchiarmi l'onore; ma lo fo per non dare a te suo padre e a te suo zio cosí acerbo dolore che avereste della sua morte.
Nè de' tuoi cenci, o misera, Schifi il tesoro immondo, Che il freddo aspro sparpaglia Per l'ampie vie del mondo: Nè più muoia di lagrime Sommersa la parola, Che lieta nasce a Portici Canzone o barcarola.
Dai colli Cari a la Mosa, ove Turenna nacque, Ruïnavano a morte, e facean molli Di strage i campi, e rosse e gonfie l'acque. Pallido, in suo dolor chiuso, mirolli Il Sir de l'armi, ed aspettando tacque; Vide la morte, e con terribil gioia Spronò il destriero, ed esclamò: Si muoia! E s'avventò. Da le sonanti Ardenne Lucifero lo vide.
ALESSANDRO. Su, caminate, andate via. PANFAGO. Vorrei sapere il vostro disegno, io. ALESSANDRO. Il nostro disegno? non lasciarti mai finché tu non muoia appiccato. PANFAGO. Merito questo io per avervi cosí ben servito? ALESSANDRO. Non si trova gastigo che basti a meritar la tua ladreria. Capitano, di grazia, fatelo strascinare, ch'io mi muoio di voglia di vederlo appicato presto.
29 Più inanzi, e poi più inanzi i passi muta, tanto che se gli accosta a faccia a faccia; e con fraterno affetto lo saluta, e se gli china a lato, e al collo abbraccia. Io non so quanto ben questa venuta di Leone improvisa a Ruggier piaccia; che teme che lo turbi e gli dia noia, e se gli voglia oppor, perché non muoia.
DOTTORE. Io dubito che tu abbi digesto d'avanzo, e che essendoti stato promesso da desinare e venutoti meno, tu ti muoia della fame. PANFAGO. Ma vorrei che stimassi che le parole mie nascano da vero amore e da zelo del vostro onore, non da qualche mio interesse. DOTTORE. Che cosa dunque? PANFAGO. Sapete che Melitea vi è stata tolta e or sta in poter di Pirino? DOTTORE. Non può essere.
Mi raccomando. PANDOLFO. O diavolo, o trenta diavoli, o traditore, o gaglioffo can mastino, se non te ne farò patir la penitenza, possa morir squartato! Me l'hai accoccata: giá il dolore e l'affanno è tanto che mi stringono il cuore che non so come non muoia.
Quando sembra che il cor nel petto muoia. Sciolti e cadenti i suoi capelli biondi Sul roseo volto dai grandi occhi puri, Allor che, o sole, i vasti campi inondi, Ella si siede sotto l'alte frondi Nei recessi al meriggio ancora oscuri. Sulla sua via ell'ha ben lievi impronte, Il suo passato ancora non le pesa, Niun periglio ella scorge all'orizzonte, Le tempeste ella ignora, i mali e l'onte,
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