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Aggiornato: 9 giugno 2025
Bandino. Ah, mi pareva d’averti perduta, e ti ritrovo! Mortella. Devi ritrovarmi. Non dubitarne. Sii certo che ti attendo. Bandino. Dove? Mortella. Non posso dirtelo ancóra. Se tu lo sapessi, forse correresti prima di me. E bisogna che io ti risparmii. Bandino. Sorella, povera sorella, perché ti smarrisci? Mortella. Credi che vaneggio?
Tu sei una donna. Giana. Tu hai preso il velo. Mortella. Il passato è il mio chiostro. Giana. Quando ero come te, ero una specie di creatura insensata che si sbigottiva e tremava dei suoi propri sogni credendo che dell’infezione d’un solo si potesse infermare e perire. Mortella. Il mio è in quello specchio che t’ho detto. Giana. E dov’è lo specchio? Mortella.
Mortella, sei l
Giravo nel parco, aspettando mia moglie. S’è fatto tardi. È venuto il rovescio. Cercavo d’un domestico. Mi perdoni se mi sono ardito... Posso domandarle se Costanza sia ancóra qui? Scorge Mortella che, diritta nell’ombra, tiene gli occhi sbarrati su lui. Oh, Mortella! La mamma...
Mortella. Ho più paura di guardarti così che di morire. Per restare in piedi davanti a te, per reggermi e per ascoltarti, consumo più forza che non ne abbia consumata in tre anni a sostenere la mia disperazione. Non resisto a quel che ti trema intorno alle labbra mentre ti lagni, non posso veder palpitare il tuo petto senza che la mia volont
Mortella. Non più d’un Corale, non più d’una Fuga, per te. Ecco che tu riesci a farmi sorridere, e mi togli ogni tentazione di gridare. In quel tuo vecchio organo restaurato non hai «per la gravit
I suoi occhi lunghi guatano come di dietro alla mascherina di raso bianco. Mortella. E il bello è che non sai se sotto il dòmino nasconda un’arma insidiosa, una piaga brucente o la lanterna d’Aladino. La Rondine. E se nascondesse le tre cose insieme? Mortella. Sarebbe anche più bello. La Rondine. Ma vi volete bene. Mortella. Molto. M’incanta. La Rondine. Ora lasciami andare, Mortella.
Le sue braccia si tendono in un gesto irresistibile. Mortella. No, mamma, non bisogna. Costanza. Non bisogna? Mortella. Ho pensato contro di te. Costanza. Mi rinneghi? Mortella. Oh, compiangimi. Non so, non so più. Soffro. Costanza. Non voglio più che tu soffra. Non ho che tenerezza per te. Son qui per riaverti. Mortella. Tutto di te mi fa male. Costanza. O povera, povera!
Costanza. È disumano il tuo male. Ti piega in due. Sei tanto giovine. Mortella. Giovine sono? Costanza. Tanto viva, e t’affanni sotto un peso lùgubre. Mortella. E chi lo porterebbe se io non lo portassi? Lasciatemi dunque andare, e non vedrete più me, né il carico. Ma, se mi costringete a rimanere, non so quel che farò: so che non potrò fare se non qualcosa di male.
È un peso di lutto, fatto più grave dai tanti ricordi che ravviva l’aspetto di questi luoghi, di queste cose familiari, in quest’ombra ove mi sembra quasi di cogliere il soffio dell’amico scomparso.... Che diceva dianzi Mortella? Che avevo l’aria di portare una salma... Sì, è vero.
Parola Del Giorno
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