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Aggiornato: 9 giugno 2025


Lasciatevi prendere per le mani. Com’egli le si appressa, ella si allontana, si sottrae, implacabile e inafferrabile. Mortella. Non vi affaticate. Gi

Cara piccola sorella, amo la tua faccia, il tuo soffio, la tua passione, il tuo delirio; e amo anche il tuo destino, se non lo soffochi. Non essere diffidente. Dimmi dunque. Mortella a un tratto sobbalza. Mortella. Giana, Giana! Chi è la? Afferra il braccio della cognata indietreggiando. Giana. Dove? Dio mio! Che vedi? Mortella.

In questi tre anni io mi sono tanto mutata che mi par quasi di portare un altro sangue. Tu non sei mutata affatto, e quasi non ti riconosco. La Rondine. Veramente! Mortella. Tu non puoi capire, Gentucca. La Rondine. In fondo, sono più ocherella che rondine. Lo confesso. E poi tu lo dici chiaro.

Mortella. E non bisogna piangere. Una lacrima non versata può diventare un pensiero magico che c’illuminer

Enzo m’aspetta. La compagna la trattiene, con una maniera misteriosa, acuta e molle a volta a volta, sorridente e irridente. Mortella.

Parlo come una povera donna a te che hai il viso d’una creatura piena di passione e di conoscenza, quel viso che un tempo era fino al mento nei capelli lisci, appena una mandorla tenera nel suo guscio socchiuso, qui, fra le mie due mani... Mortella. Ho adorato ogni vena delle tue mani. Lo sai. Costanza.

Giana si siede, curvandosi innanzi, poggiando il mento sul dorso della mano, il gomito sul ginocchio; e rimane fissa, col suo pensiero attivo dietro la sua fronte impenetrabile. Mortella. No, Bandino. Non mi parlare come a una bimba capricciosa. E tu stesso parla come un uomo. Lascia per un poco la tua grazia. Non si tratta di farmi sorridere; e, veramente, i sotterfugi sono da ragazzi.

Sono il padrone della mia vita e della mia morte. Mortella. Badate. Nessuno è padrone della sua vita e della sua morte. Gherardo Ismera. Che mi vale la vita? e che la morte? O povera! E che cosa mai potr

Giana mette un braccio intorno alla cintola di Mortella che ancóra guarda l’aria ov’è sparita la sua compagna e ancóra alza la mano come se la scorgesse all’estremit

Certo, sorellina. Hai ragione. Non ti pare, Giana, amor mio? Giana. Ma , ma . Non insisto. Non facevo mica sul serio... Facevo per gioco. Mortella. Tu sai, Bandino: le piace di giocare e d’aizzare... Il giovine guarda la sua donna innamoratamente. Bandino. Come sei strana in questa luce! Mortella. Non è vero? Giana. Strana in che? Bandino.

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