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Ella esala un anelito, quasi che per levarsi faccia lo sforzo di rompere un legame che l’annodi. E appare tra le due cortine trasognata, con la fronte stillante di sudore. Chi singhiozzava? Io stessa? Di’. La Salvestra. No, signorina. Ha sognato. Mortella. E questi fiori? Di’. C’è stata Gentucca? È venuta la Rondine? La Salvestra. Or ora. Mortella. È andata via? Ah, richiamala, richiamala!

El mormorava; e non so che <<Gentucca>> sentiv'io la`, ov'el sentia la piaga de la giustizia che si` li pilucca. <<O anima>>, diss'io, <<che par si` vaga di parlar meco, fa si` ch'io t'intenda, e te e me col tuo parlare appaga>>. <<Femmina e` nata, e non porta ancor benda>>, comincio` el, <<che ti fara` piacere la mia citta`, come ch'om la riprenda.

La Rondine. Mortella! Ella si copre di rossore. Con una grazia vergognosa, prende la mano della compagna e se la preme contro quella gota. Mortella. Dimmi dunque che è, Gentucca. La Rondine. Ora te lo dico. Ella pensa e s’indugia. Mortella. Ebbene? La Rondine. Non mi vien detto nulla.

Io, per me, non ho voglia se non di prendere una via, una via qualunque, che conduca in qualche parte dove... La Rondine. Dove ti venga incontro il tuo amore e ti comandi: «Vieni con me». Oh, dimmelo. Confidati. Ti senti così perché sei innamorata? Mortella. Gentucca pazza! La Rondine. Non me lo vuoi dire? Hai dovuto lasciare qualcuno, laggiù? Ne soffri? È questo il tuo male? Mortella.

Gentucca sobbalza, credendo udire una voce di dentro le cortine. La Rondine. Salvestra! Non avete sentito? Si sveglia? La donna, in punta di piedi, rattenendo il fiato, va a origliare. La Salvestra. Riposa ancóra. Spesso si lagna nel sonno, qualche volta parla. Parla da , sola, anche quando è sveglia, quando è chiusa in camera, durante il giorno. La sento, e credo che ci sia qualcuno.

El mormorava; e non so che <<Gentucca>> sentiv'io la`, ov'el sentia la piaga de la giustizia che si` li pilucca. <<O anima>>, diss'io, <<che par si` vaga di parlar meco, fa si` ch'io t'intenda, e te e me col tuo parlare appaga>>. <<Femmina e` nata, e non porta ancor benda>>, comincio` el, <<che ti fara` piacere la mia citta`, come ch'om la riprenda.

Se mai, dopo l’acquata, non m’aspetta, ahimé, che una risciacquata della genitrice. Me ne rivólo al nido. Addio, addio. Leggera e celere, traversa il portichetto, scende i gradini, volge il capo grazioso. Mortella. Torna presto, Gentucca. La Rondine. Addio. Le due cognate la seguono con gli occhi pei viottoli di bossolo. Giana. A rivederci.

Addio, addio, Rondine! Addio, Gentucca! S’ode la voce della Rondine rispondere di giù, chiara e fresca, mentre Mortella varca la soglia, traversa il ripiano, sale i tre gradi, corre alla balaustra e si sporge per salutare anche una volta. Ha la sua veste bianca e i suoi sandali. La voce della Rondine.

Ho sempre cercato di non calpestarne. Mortella. Ah, veramente? , lo so. È la piccola Gentucca, la Rondine, che m’ha giuncata la stanza come si fa per le feste grandi in chiesa. Ecco, in fatti, una gran bella giornata. Ella non si diparte dal tono del motteggio. Qualcosa d’acuto e d’acerbo è in lei, qualcosa di agile e di vigile, che le d

Anche una volta, in un movimento spontaneo di giovinezza ariosa, si mostra la compagna di Gentucca, l’amica della Rondine. La Salvestra. , proprio vero. Sentir