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Aggiornato: 9 maggio 2025
Mi guardavi come chi giudica la forza del colpo, e credevi ch’io stessi per cadere, ma ti trattenevi dall’avvicinarti e dal toccarmi, tanto per te sono impura e infetta. Mortella.
Non ho capito bene. Bandino eludeva le domande, balbettava. Però non mi par dubbio che sia venuto anche il tuo patrigno, giacché il punto da vincere per tua madre era d’esser ricevuta qui con suo marito. Mortella. E credi ch’egli sia entrato in casa? Giana.
Il medico, il dottor Securani, Paolo Securani... Qualche ora fa, era qui; e il mio male era il suo male. Egli si lascia cadere su una sedia, come in una specie d’ottenebrazione repentina. Gherardo Ismera. Sì, v’è un contagio del delirio. Mortella.
Abita ancóra qui, abita qui sempre; e, se tu vieni, non puoi venire se non per visitarlo. Ecco che la sua anima riempie tutto il vuoto. Costanza. Dio mio, Dio mio! Mortella. È un’anima che ha tuttora un viso. Guarda. Ha ripreso il suo viso di carne, la sua bocca di bont
Il mio male è d’una stagione che non conosci. Giana. Tu stessa non sai quel che intendi né quel che vuoi. Mortella. Voglio andarmene. Giana. Che pazzia! Mortella. Non resto qui. Giana. Ma almeno aspetta. Vediamo. Mortella. Vedere, vedere, è proprio quel che non voglio. Giana. Ma perché? Mortella.
Mortella. Tanto sei smemorata! E mi domandi un atto di fede? Ti prego, ti prego: lasciami alla mia sera. Lasciami serbare il mio silenzio, col pugno su la bocca. Costanza. Non si può. Quest’ora non torner
Rivedo i suoi occhi. Mi guardano ancóra. Sono i tuoi, Mortella; si sono riaperti in te. C’è il suo sguardo dietro il tuo sguardo. Che cosa la mia vita poteva nascondergli? Né la sua a me. I nostri silenzii erano più chiari dei nostri pensieri. La fatalit
Siete stanco, stanco per aver preso troppo, per voler ancóra tutto prendere; siete stremato, e non volete confessarlo. Quando siete solo, v’accasciate súbito. Vi spiavo. Gherardo Ismera. Ah, fate questo? Mortella.
Mortella. È giusto. Oggi è la vigilia. Giana. Il tuo padrigno, in una condizione tanto difficile, non poteva mostrare più tatto, più delicatezza, più longanimit
Costanza. Quegli che detesti. Mortella. Ah, come puoi dir questo? Costanza. Quando parlava, tu pendevi dalle sue labbra. Quando era per giungere, non contenevi la tua impazienza. Spiavi il suo arrivo dal Belvedere. Ti precipitavi per le scalee a incontrarlo. Mortella. Non è vero. Costanza. Sapevi che gli piacevano le violette di marzo, e passavi ore e ore a cercargliene nel lecceto.
Parola Del Giorno
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