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Aggiornato: 18 giugno 2025
Questa allusione al poema autografo fece chiaramente comprendere ad Aldo che era impossibile che sua moglie, la celebre poetessa, potesse tenere un negozio. Sospirò, e disse: Ho quasi idea di tentare Montecarlo. Non ci sono mai stato, ma De Cesari, quel mio amico genovese, mi ha detto di un magnifico sistema. Perchè non se ne serve lui allora? disse Nancy. A vederlo, si direbbe che ne ha bisogno.
Bene, dunque, quando noi fummo a Napoli, essa scrisse al padrone. Ma questi aveva ancora la paura che gli morisse la moglie, e non rispose. Allora quella s'impuntigliò, e gli tenne dietro a Nizza. La signora era un po' indisposta e usciva di rado. Un giorno, lui se ne va a Montecarlo, e ci trova la Russa. Stette ancora un poco sul tentennare, poi ci ricascò.... meglio di prima.
Il direttore si strinse nelle spalle. Sa, circostanze! rispose vagamente, con un sorriso, il quale voleva addolcire la parola troppo breve. Perdite di giuoco! definì Celso. In questo caso è meglio fare il croupier a Montecarlo. Non ci ha la faccia, ribattè Vittorina con sicurezza. Piuttosto qualche disgrazia di famiglia. I Filippeschi non li conosco: devono essere di Pistoia, osservò Celso.
Sì disse ancora Giuliano, ma non lo disse lietamente. Oh! io mi ricordo, sai! La passeggiata degli Inglesi, il Circolo della Méditerranée, et la place Massena, e il Restaurant français, dove abbiam fatta quella famosa colazione. E il Vallon obscur? E Cannes? E Montecarlo? A proposito, bada che, se andiamo a Nizza, stavolta voglio proprio venire anch'io a Montecarlo.
«Montecarlo!» L'indolente treno della Riviera entrò brontolando e sbuffando sotto la tettoia, e Nancy si affacciò nervosamente, perchè Aldo la vedesse subito. Sulla piattaforma Nancy non vide che un crocchio di donne chiaro-vestite che ridevano forte, e due inglesi taciturni con le mani in tasca, e una coppia di sposi tedeschi. Nessun altro. Aldo non c'era.
La lettera era sulla scrivania, sotto gli occhi della signora. La busta aperta metodicamente, vale a dire col taglio della stecca che aveva tagliato nettamente una delle piegature, come colui che non ha fretta di aprire. La busta era forte, poichè la lettera dentro era molto pesante. Il francobollo straniero: veniva da Montecarlo. L'indirizzo: alla signora Giovanna Jannaccone, ferma in posta, Napoli, un nome volgarissimo, era scritto con un carattere calligrafico, rotondo, tutto a ghirigori ed a fioriture di penna: il carattere di uno scrivano, di un segretario, di un indifferente. Dentro, la lettera era composta di varii foglietti: il primo era di elegante carta inglese, dal cui angolo a sinistra era stato strappato un pezzetto su cui vi era forse una cifra, forse uno stemma. Il secondo era un foglio di carta di albergo, con l'intestazione lacerata a met
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