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Aggiornato: 23 giugno 2025


Non posso dimenticar la frase del signor marchese Aloise di Montalto, il suo riso sardonico, certe parole che ho dovuto udire, sebbene pronunziate a mezza voce con voi. Ora, io ho molta stima pel marchese Montalto, e non mi farei lecito mai di pensare che egli potesse ritrattare nessuno de' suoi gesti, o nessuna delle sue parole.

Il primo a rompere il silenzio fu Lorenzo Salvani, a cui come primo padrino del Collini e per cagion sua costretto ad incrociare il ferro col marchese di Montalto, si spettava più che ad altri il parlare. Voi qui? diss'egli, con accento da cui trapelava tutto lo sdegno dell'anima. E che cosa venite a fare?

Era quella forse la donna della veglia mascherata, alla quale il marchese di Montalto aveva detto parole scortesi? Era quella la signora di cui si parlava tanto, per le sue acconciature, per le sue fogge di vestire, per la sua vita brillante? Era un angelo, o una sirena? Poteva amarlo, lo amava di gi

Eccovi tutto l'accaduto. Che cosa debbo fare? E il giovinotto dai capelli rossigni stette ansioso ad aspettar la risposta. Perbacco! esclamò Lorenzo Salvani. Non trovo altro modo di uscirne, se non mandando i padrini a questo marchese di Montalto. La ragione del duello mi sembra assai lieve; ma probabilmente c'è sotto qualche ruggine colla signora.... Colla signora? Oh no; rispose il Collini.

E di sciabola e di spada ho tre anni di scuola, da Licurgo Cavalli. Ce n'è d'avanzo. E di pistola? Mi son sempre esercitato. Ottimamente! Due grammi di coraggio, di cui non patirete certamente difetto; due di sangue freddo, che è proprio dell'arte vostra, e siete armato di tutto punto. Dove abita questo Montalto? In via Balbi. Palazzo?...

Intorno alle vite dei poeti provenzali ha scritto il Nostradamus; rispose il Montalto. , per l'appunto, un esemplare del Nostradamus. Volete che vada a cercarlo, Ginevra? Mi farete cosa gratissima. Spietata giudichessa! esclamò con aria malinconica il Pietrasanta. Voi mi volete morto, senz'altro?

E perchè il Codice albertino non gli avrebbe concesso di disporre d'oltre i due terzi della sua sostanza in quel modo, e una terza parte sarebbe andata necessariamente ad Aloise, indicò nel testamento, come parte di quella sostanza, le quattrocentomila lire che aveva ricevuto in dote sua figlia, quando egli la sposò al marchese Alessandro Montalto. Per tal modo egli lasciava al nipote quello che non poteva negargli; ma computandovi quello che gi

Sicuro, e questo è anche il disegno del marchese di Montalto, le cui ricerche si uniranno alle nostre. Viribus unitis! disse il Giuliani; va benissimo. Intanto sappiamo che qui sotto c'è un vecchio peccato aristocratico, di cui forse una madre vuol sottrarre le prove, od altri giovarsi per suoi fini particolari. Questa seconda congettura mi pare anzi la più ragionevole.

Il dottor Mattei, che domanda di entrare, rispose Battista. E non gli avete detto che il signor Giovanni non può riceverlo? certo gliel ho detto. Egli è venuto in compagnia del marchese di Montalto, il quale, appena io gli ebbi risposto, si fece pallido in viso e volle andarsene. Ma il signor Mattei gli ha detto andasse pure, che in quanto a non voleva uscire senza prima parlare col padrone.

Sull'imbasamento, dintornato da semplici riquadrature, si leggeva scolpita questa iscrizione: QUI DOVE ELLA SI SPENSE IGNOTA AL MONDO NON AL DOLORE IL GIORNO XX DI NOVEMBRE DEL MDCCCLIII RIPOSA NELLA PACE DEL SEPOLCRO LA NOBIL DONNA EUGENIA DI MONTALTO NATA DEI VITALI UNICO AMORE PERENNE MEMORIA DEL SUO POVERO FIGLIO ALOISE.

Parola Del Giorno

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