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Aggiornato: 29 giugno 2025
Il giorno 23 al Maresciallo Mac-Mahon venne ordinato di fare ricognizioni generali tra il fronte dell'esercito e il Mincio. Intanto all'imperatore Francesco Giuseppe giunsero grandi rinforzi: cambia, perciò, tattica e risolve di prendere l'offensiva.
E Durando che non si muove mai? E il Papa che volta casacca? E Carlo Alberto che sta a guardare i Tedeschi sul Mincio? E Ferdinando che richiama i suoi soldati? Fidarsi dei Re!... Tutti traditori, tutti bricconi. La ghigliottina ci vuole, ecco il rimedio. Sangue, sangue....
Divise le sue forze in due grossi corpi di armata, il 23 passava il Mincio sopra 11 ponti gettati fra Peschiera e Goito, spingendo avanti forti ricognizioni, onde conoscere al giusto le posizioni degli alleati.
Disgraziatamente queste truppe, il cui ammontare non superavano i 60 mila uomini, erano ordinate in una estensione di terreno larghissimo, da occupare una linea di circa cento chilometri attraversati da un fiume Rivoli, le rive del Mincio da Peschiera a Goito, i pressi di Mantova, Governolo, Villafranca ne erano le estremit
Lonato e Castiglione furono i due punti salienti sui quali la linea spiegò la sua azione. L'imperatore Napoleone e Vittorio Emanuele conosciuta la ritirata dei nemici nell'interno del quadrilatero ordinavano il passaggio del Chiese e l'occupazione delle ultime colline che tra questo fiume e il Mincio rannodano la grande catena delle Alpi alla pianura Lombarda.
Giunse il 16 di aprile dell'anno 1814. Ognun sa che l'esercito franco-italo, ritrattosi sul Mincio, vi si reggeva in buona condizione, e che gli ultimi fatti d'arme erangli iti a seconda. Le notizie dei fatti accaduti a Parigi indussero il vicerè ad appigliarsi a quei partiti dai quali aveva fino allora aborrito. Semplice ormai, e, per così dire, facile diventava il suo cómpito. Egli avea chiuso l'orecchio alle insinuazioni dei sovrani alleati, da cui era stato eccitato a scostarsi dall'imperatore e ad assicurare a sè stesso e a' suoi successori un trono in Italia. Avea ributtato i consigli e le instanze di Murat, che lo esortava a seguire il proprio esempio, aggiungendovi che, se troppo grave eragli il collegarsi coi nemici del suo benefattore, ei potea tuttavia, senza fraudare il debito della riconoscenza, adoperarsi da sè per la propria salvezza, e giovarsi pel suo proprio pro delle forze cui imperava. Avea in somma, finchè l'imperatore potè essere sorretto, consacrata a lui ogni sua possa e facolt
I reduci dall'America non conoscevano gli avvenimenti del febbraio, la sollevazione di Vienna, la riscossa di Venezia, le barricate di Milano, l'entrata di Carlo Alberto in Lombardia e le prime vittorie delle armi italiane sul Mincio; tutto questo era loro interamente ignoto; quindi Garibaldi era incerto del luogo e della meta del suo sbarco e l'animo suo ondeggiava tra i consigli avuti dal Mazzini, che con uno scritto lo spingeva a sbarcare in Sicilia e gli accordi presi col Medici per i quali erasi impegnato ad approdare in Toscana, mentre il suo vivo desiderio era di scendere ove fosse più pronta l'occasione di menar le mani.
La violenta commozione gli aveva fatto salire il sangue al cervello; l’apoplessia, e il colpo ricevuto alla testa lo avevano ucciso. Gervasio aspettava il momento di passare il Mincio, quando ricevette la triste notizia. La pace di Villafranca che lo privava della patria, gli aveva rapito il padre.
Gli eserciti alleati non riposavano sugli allori. Inseguito fino al Mincio il nemico fuggente, investirono la piazza di Peschiera. I Piemontesi, mantenendo la prima disposizione dei corpi combattenti, piantarono il campo sulla sinistra, e incominciarono tosto i lavori d'approccio. Aminta aveva fatto il facchino e lo spazzaturaio in caserma; imparò a fare lo zappatore, scavando fossi e rizzando parapetti. Rafforzato il campo, scavate le vie coperte, si incominciò a lavorare di notte, poichè le parallele giungevano troppo sotto gli occhi della piazza assediata, e l'opera, continuata di giorno, poteva essere più facilmente guastata. Ma anche di notte, e come gli era concesso dall'oscurit
Formava quindi il piano di forzare la destra del Mincio per Rivalta, le Grazie e Curtatone contando di trovarvi debole resistenza, sorprendere alle spalle le truppe Piemontesi e sospingerle sotto le fortezze del quadrilatero.
Parola Del Giorno
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