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Aggiornato: 12 giugno 2025
Vedete se ho bene adempiuto alla promessa che io vi feci a Marsiglia. Ma dove siete stata ferita? Qui... La rispose accennandomi, dove avevo veduto il sangue rappreso. Ed è grave? Io credo che sia mortale... lo spero
Hai ragione. Ma è stata una cosa improvvisa davvero. Il vapore partiva, da Genova la sera appresso, il posto era pagato. Due giorni soli per prepararsi! La Cristina piangeva, perdeva la testa. Avrebbero forse potuto scriverti di trovarti alla stazione di Pavia, ma il Castellani ebbe paura che fosse peggio, tanto per te che per la Cristina. Vedersi un momento solo è orribile. Ti scriveranno da Genova e da Marsiglia. E quando la gli andr
Fu pensiero d'un mercante di Marsiglia di tentare a mandare in Turchia di questa sorte di monete, e n'inviò come per un saggio due o trecento scudi a un suo fattore a Smirne; il quale seppe sí ben valersi della curiositá de' turchi, che d'un subito di cosí bella moneta s'innamorarono, che le fece loro passare per reali da otto alla pezza, benché in fatti al peso ne andavano dodici.
Le illusioni fondate su Carlo Alberto sfumavano rapidamente davanti a' primi suoi atti. E' non aveva neppure decretato il richiamo degli esuli che avevano giurato con lui, molti de' quali erano stati trascinati nella congiura del 1821 dal solo suo nome e parecchi gli erano stati ajutanti, compagni, amici. Ripensai, interrogai prima di decidere. Carlo Bianco, col quale io viveva allora in Marsiglia, mi comunicò l'esistenza d'una societ
Carlo rifiutava tre galee di Marsiglia che voleano entrare ai suoi soldi, e diceva egli averne pur troppe. Su queste galee la principessa di Salerno sua nuora, era andata da Marsiglia fino alla riviera di Genova, ove sbarcò per venire a Napoli per terra col marito. Le galee erano andate anco a Napoli, e s'offrivano ai servigi del re. Nic. Speciale, lib. 1, cap. 14.
GUERZONI G., Garibaldi, I, 10. Della sua fuga da Genova, Garibaldi tocca di volo nelle proprie Memorie. «Il 5 febbraio 1834» (son sue parole) «io sortivo da porta della Lanterna, alle 7 pomeridiane, travestito da contadino e proscritto. Qui comincia la mia vita pubblica: pochi giorni dopo leggevo, per la prima volta, il mio nome su d'un giornale. Era una condanna di morte al mio indirizzo, rapportata dal Popolo Sovrano di Marsiglia. Stetti inoperoso, a Marsiglia, pochi mesi». Il Guerzoni, che fu segretario del Generale a Caprera, mentre confessa che «non era facile» indurlo «a raccontare le sue avventure», afferma che «su questa tornava egli medesimo spesse volte e volontariamente». Ciò che dunque ne scrive l'ha udito dalla sua propria bocca. Garibaldi, fallito il tentativo della rivolta, si rifugiò nella bottega d'una fruttivendola, e, cambiata nei panni d'un contadino la sua camicia di marinaro, uscí da porta Lanterna, e lasciata la via maestra, traversando campi e giardini, saltando muri e siepi, si diresse a Sestri di ponente; dopo dieci giorni giunse a Nizza, e di l
Intanto il Gervasio navigava verso la Francia, e pochi giorni dopo sbarcava a Marsiglia coi molti esiliati di Venezia, i quali si dispersero in vari paesi. Egli partì per Parigi colla speranza di trovare un’occupazione per non vivere a carico della famiglia.
Si tenta l'ultimo colpo: il mio fratello lascia al famelico cane un straccio dei suoi pantaloni... E dire che sperava con questi di far tanta figura, quando sarebbe sceso a Marsiglia!
Cosa bramate? Mi domandò per la prima. Vorrei fare la mia piccola offerta Apro una parentesi; la mia borsa sì era rafforzata di poche lire, datemi da mio fratello che fortunatamente non aveva preso parte alle nostre poetiche smancerie di Marsiglia. Ma voi siete soldato? Mi disse con meraviglia la signora voi pure potrete esser ferito.... Speriamo di no!
Deliberammo adunque di fare. Lasciai Marsiglia e mi recai in Ginevra. Studiai il terreno dal quale dovevamo operare.
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