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Aggiornato: 28 giugno 2025
GERASTO. Oh, come sei divenuta pallida! che ti duole? ESSANDRO. Oimè, il cuore! GERASTO. E come sará maritata, mariterò ancora te. ESSANDRO. Mi sento morire, mi sento uscir l'anima! GERASTO. Su, dammi i baci per la buona nuova. ESSANDRO. Partetivi, di grazia: ho sentito la padrona in fenestra, e credo ne facci la spia.
Io non avrei dimandato nulla di meglio che di restar tranquillo e miserabile nel fondo della mia provincia, nella nostra povera casa, vivendo nel mondo ideale dei libri, reprimendo l'ambizione, i desiderii, i bisogni, facendomi oscuro e piccolo, sorvegliando il tuo candore e non sperando null'altro in vita mia che vederti maritata ad un artigiano laborioso come i nostri parenti.
Don Gregorio, fattosi più grave, e come impensierito, continuava ad osservare attentamente Maria, la quale aveva lui alla sua destra, e il signor Domenico alla sinistra, i due che le avevano maritata la figliuola. Ma il signor Domenico avrebbe ceduto il privilegio assai volentieri.
La contessa Savina maritata, io poteva ritornare a Milano. Questa era la mia ambizione e il mio sogno; io mi proponevo di svolgere tutti gli argomenti possibili per persuadere il mio buon zio a questo passo; e non avevo motivi che mi facessero temere un rifiuto.
Finito di sicuro, osservò mio zio, al quale premeva togliermi ogni speranza; finito per varii motivi: primo, perchè bene o male maritata essa appartiene per sempre a suo marito; secondo, perchè è donna onesta e virtuosa fino allo scrupolo, e questo te lo diranno tutti; terzo, perchè se la natura ti aveva spinto verso di lei con tanta violenza, vuole onest
E intanto che si vestiva, adagio, nella penombra della camera, prendeva intiero possesso della sua posizione di donna maritata, guardando l'anello d'oro che le scintillava alla mano sinistra, avendo paura di perderlo nell'infilare le maniche e studiando il problema se dovesse toglierselo o no prima di lavarsi.
Ebbene, nel passato, malgrado il suo odioso matrimonio, ella era stata lungamente e tranquillamente virtuosa. L'avevano maritata a un'ignobile duca, giovane, brutto e villano, che si andava mangiando la sua fortuna e seguitò sempre con tutte le attrici di terz'ordine, le ballerine dei piccoli teatri, le cantatrici di operette dei baracconi in legno.
Ho paura diss'ella finalmente, sottovoce, tenendo gli occhi bassi e accarezzandomi la mano che Dio ci castighi perchè a Belvedere hai cominciato ad amarmi credendomi maritata, e io te lo lasciai credere. L'ho tanto pregato che ci perdoni, sai. Pregalo anche tu, caro. Non voglio mica perderti presto; non mi basta di sapere che sarai mio per sempre nell'altra vita.
Aveva voluto lei che si spalancassero i vetri, per ventilare la camera, e anzichè scendere nella sala di lettura era rimasta lì a prendersi il freddo. E sì ch'era una dama. Lo si capiva dalla fisonomia, dal vestito, dai modi, dal portamento; era una dama e non doveva essere avvezza ai disagi. Ed era maritata; aveva l'anello al dito. O perchè non aveva portato seco la cameriera?
Pur troppo! fece Carenga, che aveva la manìa delle interruzioni. Allora continuò Bodura ero innamorato della moglie del Sindaco, ed era la prima volta che rivolgevo audacemente gli occhi verso una donna maritata.
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