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Aggiornato: 13 giugno 2025
Sotto le grandi piante quel dondolare di lumi variopinti, quel rimescolarsi di colori, quel ridere allegro di gente allegra, quel tintinnare festoso di sonagliere, quello schiamazzar di corni, offriva uno spettacolo magico e pittoresco di fiera e di festa carnevalesca, che rallegrò gli spiriti alquanto sonnolenti della nostra patetica contessina.
Nè fu cotesta, vana apparenza. Il Sant'Angelo pareva rinato: nel breve volgere di pochi giorni si sarebbe detto che tutta la sua persona avesse subìto quasi un magico ringiovanimento: il sorriso, che da sì lungo tempo erasi spento sulle sue labbra, ora era riapparso mettendo un novello bagliore di vita nel suo volto sereno.
Questo sorriso voleva dire; Grazie della gentile serenata; voi avete parlato col cuore nella voce del vostro magico strumento.... Lord From non seppe interpretare il senso di questo delizioso ed eloquente sorriso, ma rimase lì in piedi, astratto, confuso al punto, che non sentì il primo tac-tac del direttore. Tutti si mettono a posto: si fa un gran silenzio.
Passa l’Iddia terribile, L’Iddia vermiglia de le barricate, Che, inerme ed indomabile, Per vie ruggenti e piazze disselciate, Al lampo degli incendii, Ebbra di sangue e polve e fumo e schianti, D’un avvilito popolo Fece ad un tratto un popol di giganti; E il quinto giorno un magico Grido innalzò di gioia e di vittoria:
Come appare magico e misterioso il promontorio Circeo guardato dalla lontana Astura, dai monti Volsci o da quelli Laziali, ed anche da Terracina, quando cade la sera! Ora invece mi appariva grigio e verde, simile a molti altri monti; spariva quella forma insulare che aveva assunto nella lontananza e lo vedevo scendere verso la pianura pontina con una larga striscia di terra. Le belle forme sparivano e profonde selve coprivano i suoi fianchi fino alla sommit
Mentre io contemplavo quel magico spettacolo, il custode, che aveva letto la storia di Toledo e lo voleva far sapere, mi raccontava ogni sorta di storielle, con quel fare tra poetico e faceto, che è proprio degli Spagnuoli del mezzogiorno.
Per te mio bene, per te mia figlia che non sai chi sei e non conosci d'onde io venga, o s'io, io non sia meglio di Prospero, padrone di una povera grotta e nulla più del padre tuo. Non ho pensato mai di sapere altra cosa. Il tempo è giunto ch'io ti spieghi altra cosa. Or dunque dammi la mano ed il mio magico mantello or dalle spalle toglimi. Così. Si toglie il mantello e lo stende per terra.
S. M. fissa la vostra udienza alle nove del mattino. Uscendo dal colloquio del re, se V. E. Rev. volesse venir pure a parlare col ministro, questi ne sarebbe lietissimo. Don Diego era divenuto il vescovo. Il vescovo ecclissò ed annullò con un colpo magico il fratello. E' si riassise lentamente e rispose: Andrò. Fece poscia un saluto freddissimo all'impiegato e lo congedò con un gesto.
Io presi pretesto da tutte queste lamentazioni, per restituire la chiave, uscii, senza ascoltare scusa veruna, disbrigate in fretta e furia le mie faccenduole mi avviai, diritto come un fuso, alla stazione, ed aspettando il magico fischio che doveva annunziarmi la partenza dalla moribonda capitale del felicissimo regno degli analfabeti, mi rincantucciai in un vagone.
"A Musso sì!" pronunciò Rina rilevandosi inanimita come da un magico tocco "per rimanere col
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