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E si rodeva vedendola «per tutta la sera andare in su e in giù come un allocco, tenendo la Rosalia in braccio con un mal garbo che faceva dispettoSempre con una faccia imbroncita, senza mai dire una parola, senza nemmeno voltarsi a guardar l'Arena, illuminata dal bengala, ch'era proprio un «effetto magico

FR. Se fondamento nissuno ci è, penso che sia stato cavato dal grande Aristotile, appresso del quale io ho letto essere fra le cose grandi e maravigliose, che l'asino facilmente soglia morire per lo odore delle rose. Il che sapendo e Luciano e Lucio, l'asino in cui si erano trasfigurati sparì per le rose, o veramente che pure sotto questo velamento ci è ancora nascosto qualche altro secreto diabolico, ovvero magico. Perchè in verit

Ma vi è anche un piccolo fiore fatato, l'asfodelo: esso, gracile, tenuto da una mano gracile, batte sulla montagna: e la montagna trema. Io possiedo il magico fiore soggiunse lei ridendo, mostrando tutti i denti fitti e minuti, attraverso le labbra rosee e le gengive esangui.

Se egli non avesse detto con una voce penetrantissima: Grazie! oh grazie! Bambina non lo avrebbe riconosciuto. Sembrava bello e giovane. Egli prese la mano madida della giovinetta e la sentì tremare. Egli appoggiò le sue labbra sulla fronte di lei, e la sentì fremere. Bambina lo condusse nel salotto cui aveva illuminato meglio del solito. Il lume raddoppiava il prestigio meraviglioso della sua bellezza. Ella fece sedere il gesuita sul canapè e restò in piedi. Si guardavano entrambi stupefatti. Bambina vedendo il conte Bonvisi, ed il padre Piombini vedendo la donna sotto il riflesso magico che le d

Mortella. E non bisogna piangere. Una lacrima non versata può diventare un pensiero magico che c’illuminer

Quando Goethe venne a Palermo essa non era ancora finita; eppure parve a lui «maravigliosa», riflettente «un aspetto magico che vi trasporta nei tempi antichi..., un vero incanto per l’occhio»⁵⁰⁸. Un suo connazionale la disse «fatata», ed un altro ancora, «un vero paradiso»⁵⁰⁹. ⁵⁰⁸ Goethe, op. cit., lett. del 7 aprile 1787. ⁵⁰⁹ G., Wanderungen, p. 21.

Rosina. Il caprone entrò con Bruto. La sua venuta produsse un effetto magico su i nostri personaggi. L'oste si drizzò come un soldato in parata, si levò il berretto di testa e non ardiva parlare.

Sgomento innanzi all'opera che egli aveva fatta, non trovava parole per consolarla, come il malvagio monaco medievale del poeta, che evocato il demone, non aveva poi più il motto magico per rimandarlo all'inferno. La lasciava farneticare, impaurito e dolente, pentito e amareggiato, sentendo tutta la verit

Delle quali fa menzione, tal che dimostra d'avere voluto seguitare Luciano nelle parole ed in ogni cosa, avendo egli fatto menzione del mormore di Tessaglia, dell'olio magico che trasforma, e del rimedio delle rose che rende la prima forma. AP. Perchè credi tu che abbiano detto le rose essere buon rimedio?

Avendo Orazio dato di piglio a quel suo magico corno, comparvero come per incanto, l'uno dopo l'altro, quindici nuovi ospiti e tutti poco più, poco meno, vestiti alla foggia d'Orazio, ed armati.