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Aggiornato: 9 giugno 2025


La principessa avea posato sulla tovaglia, tutta tessuta di corone e d'iniziali, il plico, quasi lurido, lasciato da Ciccillo. Va bene, aggiunse, rispondendo al maggiordomo, mandate un altro.... Intanto, io vado a scrivere il biglietto che deve essere recapitato al conte.... Ella volea sapere qualche cosa sul suicidio del povero contadino; volea sapere che ne pensasse il giudice inquirente.

Anch'esse gustarono un'ora d'ebbrezza, e il capriccioso orgoglio della fortuna; ma le rose di cui tessevano ghirlanda, a' loro inanellati capegli, si sfogliarono; e allora si trovaron sole, finchè vennero la vergogna e il rimorso; venne il lurido bisogno, e poi tornò facile il delitto!

Non urlate contro la pretesa bruttezza delle locomotive dei tramvai degli automobili e delle biciclette in cui noi troviamo le prime linee della grande estetica futurista. Potranno sempre servire a schiacciare qualche lurido e grottesco professore nordico dal cappelluccio tirolese. Ma voi volete prostrarvi davanti a tutti i forestieri, e siete di una servilit

Io mi sono slogato le ossa per trascinare il vostro miserabile cassettone. Credete che ciò sia per i vostri bei baffi da carbonaro, eh? Io non do più un soldo. Fuori di qui! Tu ti burli di me dunque eh! il calabrese? Io ho gittata la mia anima a carreggiare il tuo lurido cataletto, e tu mi pagherai. Io non pagherò più nulla, no, no. Esci all'instante, se no.....

Le carrozze non penetrano in queste viuzze sfondate, piene di pozzanghere dove formicolano dei fanciulli mezzo nudi, ed ove grandi ragazze dai capelli arruffati, coi piedi nudi, nude le gambe, un lurido cencio sulle spalle, vi guardano con occhio torvo e feroce. Quante sofferenze! quanta fame si legge su quelle facce magre, livide, terree e raggrinzate dal freddo!

Il labbro, che ti predica L'azzurro e la morale, Beve, nell'ombra, al lurido Nappo del baccanale; Le donne oneste mostrano Nudo ai teatri il seno E chiameranno osceno Questo povero canto! In custodia ridicola Ognun stringe la sposa.... E volge all'altrui talamo La mente desïosa; Mille impotenti giovani Sparlan dell'altrui donne.... E delle proprie nonne Si fanno i paladini!

Certo Gaetano Starace non era un eroe e non ne morì; neppure tentò suicidarsi; invece si consumò lentamente, recitando ogni sera, facendo prove ogni mattina, divertendo il popolo, scrivendo parodie, vivendo in quel teatro stretto, lurido, nero, con i comici volgari e le donne strillone, buono con tutti, ma sempre un po' distratto.

Alzai la tendina a guardarla; era piccola e tutt'avvolta in uno scialle nero, dal quale spiccava netto un profilo arcigno e lurido insieme, con enorme naso, con labbra penzoloni, che sovrastavano il mento secco, breve, angoloso. Pareva fervorosissima; aveva spenta la candela per rivenderla a miglior prezzo.

Ai potenti della terra, associazioni o individui che fossero, re di corona o di censo, governi di stato o monopolii di denaro, si rivolse da uguale ad uguale. Le sue richieste, le sue raccomandazioni avevano assai volte il tono sicuro ed alto del creditore che reclama il dovuto. Per un lurido straccione dalle scarpe slabbrate ella avrebbe forzate le porte delle reggie. Non ricevette mai un no.

Non vi erano più case, sulla via Flaminia: forse era sbucato, inopinatamente, dalla viottola dell'Arco Scuro che porta alla piana dell'acqua Acetosa. Gli veniva dietro, forse, da qualche tempo: e guardava Julian Sorel, coi suoi buoni e dolci occhi di cane. Passa via, gli disse costui sgarbatamente. Il lurido cane si fermò un minuto: poi, ricominciò a seguire Julian Sorel.

Parola Del Giorno

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