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Desiosa veder questo Lampridio, ché non mi scappi il manto, me lo piglio a due mani, e spingo innanzi finché vedo due persone, una di venti e l'altra di sessanta anni, vestite da turchi con le mani piene di calli e ne' piedi si conosceva il segno del cerchio della catena: niuno di loro mi avea ciera d'innamorato, e mi meraviglio come vogli Lampridio comparir in quel modo innanzi la sua innamorata.

108 Qual sotto il più cocente ardore estivo, quando di ber più desiosa è l'erba, il fior ch'era vicino a restar privo di tutto quell'umor ch'in vita il serba, sente l'amata pioggia e si fa vivo; così, poi che difesa superba si vide apparecchiar la messaggera, lieta e bella tornò come prim'era.

Marcellina confusa fra un tumulto di affetti e il terrore religioso, stava cogli occhi al suolo, e se talor gl'innalzava vedevasi innanzi l'ardito sconosciuto che parea cogli sguardi di fuoco le favellasse un nuovo linguaggio; sicchè stava contrastata, desiosa di seguire ora i doveri della sua innocenza, ora gli impulsi del cuore.

PROTODIDASCALO. Pol, aedepol, mehercle, quidem, Lampridio, che al fin ti será molto amarulenta. Nota «aedepol» col diftongo. LAMPRIDIO. Pur la buona sorte ha voluto che ci venissi. PROTODIDASCALO. «O terque quaterque beatus» se non ci fosti venuto mai! LAMPRIDIO. E come desiosa farfalla corre intorno l'amato lume, cosí vo io ratto a pascermi gli occhi dell'amata luce del mio sole!...

E quasi la sua anima desiosa di dolore, avesse avuto una forza magnetica, un tumulto si fece nell'ombra del portoncino, e fra un piccolo gruppo di donne e di uomini, portata da due altri becchini, comparve la bara; dietro le persiane di una finestra, al primo piano, si udiva un singhiozzo disperato e si vedeva una mano convulsa che tentava di aprirle, mentre qualcuno si opponeva, tenendole ferme. Questi volevano vedere la bara, che veniva caricata nella gondola funeraria: la piccola bara, la sottile bara, poichè era la bara di un bambino, e lassù, era certamente la madre del bimbo che singhiozzava e tentava disperatamente di aprire la finestra. A un tratto, con un moto svelto di gente pratica, i becchini gondolieri ficcarono la piccola bara sotto il felze e ne richiusero con un colpo secco la porticina. Il picciolo morto era solo, l

Inconscia di tutto, melanconica o gaia, cupida di fantasìe ultraterrene, Guidinga conosceva non l'amore, ma l'irrequietudine, e questa la sospingeva, la sospingeva nei voli del desiderio... Dove aleggiava, sorradendo giardini dalla eterna primavera, la sua mente desiosa? Chi è il mio sposo? domandava la gentile al padre, varcando il mio ponte.

Quando, bimba felice, a l’origliere Desiosa di sonno, io m’affidava, Curva su l’ago ne le lunghe sere La madre mia vegliava. Cantando ella vegliava

Il labbro, che ti predica L'azzurro e la morale, Beve, nell'ombra, al lurido Nappo del baccanale; Le donne oneste mostrano Nudo ai teatri il seno E chiameranno osceno Questo povero canto! In custodia ridicola Ognun stringe la sposa.... E volge all'altrui talamo La mente desïosa; Mille impotenti giovani Sparlan dell'altrui donne.... E delle proprie nonne Si fanno i paladini!

Le eleganti camerette del secondo piano poi, non venivano occupati che da qualche coppia amante desiosa d'abbandonarsi alla dolcezze d'intimi colloqui lontana dai rumori, dal mondo e da ogni sguardo indiscreto; oppure qualche faccia sinistra che aveva i suoi giusti motivi per isfuggire il consorzio degli uomini.

Ce n'erano d'ogni forma e ragione; lettere di minor conto che bastava fare in quattro pezzi e buttar nel cestino; scritture fuggevoli, noterelle, capricci letterarii, abbozzi, versi non finiti, pensieri scombiccherati sulla carta, in attesa di tempo migliore; cose tutte dalle quali un uomo, che abbia avuto addosso la febbre dello scrivere, mal volentieri si separa, perchè ognuno di quei fogli rammenta un bel giorno, un pensiero felice, una speranza, una illusione, e la mente, guidata dal tenue filo nel laberinto degli anni trascorsi, corre tra desiosa e malinconica indietro, ripensando mille casi abbelliti dalla lontananza, per fermarsi poscia in questa considerazione tristissima: ohimè, tutto passa, tutto muore, in questo povero mondo!