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S'io mi sono ingannato, ne domando perdono alla memoria del Manzoni; ma come ai critici del Goethe fu lecito de tracciare sopra i suoi versi la storia de' suoi amori, non ho potuto spiegarmi altrimenti, come in un dramma, dove l'amore non entrava, sia apparso l'unico tipo veramente poetico di una moglie ideale che ci presenti la poesia italiana, e che il Dramma stesso porti la seguente dedicazione glorificatrice: ALLA DILETTA E VENERATA SUA MOGLIE ENRICHETTA LUIGIA BLONDEL LA QUALE INSIEME CON LE AFFEZIONI CONIUGALI E CON LA SAPIENZA MATERNA POTÈ SERBARE UN ANIMO VERGINALE CONSACRA QUESTO ADELCHI L'AUTORE DOLENTE DI NON POTERE A PIÙ SPLENDIDO E A PIÙ DUREVOLE MONUMENTO RACCOMANDARE IL CARO NOME E LA MEMORIA DI TANTE VIRTÙ.

Alla piccina furono imposti i nomi di Chiaretta, Luigia, Adriana, Teresa, Veronica, Margherita. Questo lusso di nomi era tradizionale nelle femmine di casa Bollati, e non si volle che in ciò la nuova contessina fosse da meno delle sue antenate.

Capitò a Santo Fiore una mattina, prestissimo. Tutte le finestre del palazzo erano ancora chiuse. Attraversò il giardino, il portico, aprì la porta del tinello, entrò e fece chiamare la Luigia. Si guardarono senza dir motto; ma la Luigia indovinò subito perchè il signor conte capitava a quell'ora, e lo condusse nella camera dove dormiva il figliuolino.

E, abbassando la voce, guardandosi intorno, domandò: Vi siete accorti che oggi tre o quattro volte Luigia si è allontanata durante la cena, è uscita nel cortile con alcuni pacchi nascosti sotto il grembiale e quando rientrava era confusa ed inquieta? Non ci siamo accorti di nulla dissero i due vecchi. Ebbene, ho visto io. E preso il lume s'avvicinò alla porta d'uscita. Egli era male in gambe.

Povera bestia mormorò Luigia inoltrandosi verso il cane. Ma Procolo la prese per un braccio. Fa piacere le disse. Ecco un brutto pronostico. Se fossi superstizioso... È vero, è vero mormorò sua madre. Non è bello niente! non mi piace, ti dico! E tra lei e Procolo si diedero a percuotere il cane facendolo scappare. È un cane forestiero. Donde è capitato? non l'ho mai visto brontolavano.

Quando furono nel salottino che precedeva la stanza da letto, Giorgio si fermò e non lasciò che Maria entrasse subito colla Luigia, ma facendole dolce violenza la trattenne per una mano.

Partì verso sera, senza averlo detto ad alcuno: lo sapevano solamente don Gregorio, Ambrogio e la Luigia. Uscì a piedi con don Gregorio, il quale volle accompagnarla alla stazione: presero una stradicciuola nascosta, fiancheggiata da due rivi, che scorrevano silenziosi sotto le fronde profumate delle acacie.

Qui ebbe una nuova e prolungata reticenza, durante la quale parve volesse raccogliere le sue idee; quindi, con un gesto come di chi rinuncia a descrivere cosa, per la quale comprende la propria parola impotente: No, inutile il dirvi; voi comprendete.... Davanti al cordoglio intenso, commovente, ribelle ad ogni conforto, in cui vedeva piegata mia madre, io non ebbi più il capo a nulla. Non v'era ora del giorno in cui la mente di quella donna infelice non tornasse con un furore disperato, con una commozione ardente, a quell'angelo poveretto che la morte ci aveva rapito.... Nulla riusciva a distrarla, nulla a scuoterla: il dolore di quella nuova sventura aveva portato una scossa terribile alla sua fragile salute. E fu appena in quei giorni, Loreta, che io sentii quanto amavo mia madre; e vi giuro che, al vederla così com'era, sarei stato pronto a tutto purchè da me le potesse venire una consolazione, purchè le sue forze avessero potuto ritemperarsi.... Consultammo i medici: chiedemmo il consiglio degli amici. Ma con quale profitto!... La sorella di mio padre, Maria Luigia Nathan, un'angelica e pietosa donna, accorse allora. Venne a Verona, impiegò tutte le più calde persuasive dell'affetto per indurre mia madre a lasciare quel soggiorno: suo marito, il barone Nathan, doveva passare quell'inverno in Egitto per incombenze diplomatiche affidategli dal governo inglese: ci offerse l'ospitalit

Devo andare, eccellenza? domandò il cocchiere, quando lo vide adagiato al suo posto. ; andiamo pure. No, no; aspettate... scusa, babbo! esclamò Lalla, balzando a terra improvvisamente. Bada!... Che fai? le gridò dietro Maria, mentre la fanciulla correva presso la Luigia. L'inaspettato ritorno della signorina fece battere il cuore, nello stesso tempo, a Sandro e ad Ambrogio.

Lalla era diventata rossa, cogli occhi sfavillanti: la Luigia preso l'abito per la fodera della vita lo teneva sollevato, disteso, mentre colle dita dell'altra mano, dando alla veste certe scossettine vibrate, precise, ne faceva meglio risaltare la freschezza e l'eleganza.