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Aggiornato: 9 maggio 2025


S'io mi sono ingannato, ne domando perdono alla memoria del Manzoni; ma come ai critici del Goethe fu lecito de tracciare sopra i suoi versi la storia de' suoi amori, non ho potuto spiegarmi altrimenti, come in un dramma, dove l'amore non entrava, sia apparso l'unico tipo veramente poetico di una moglie ideale che ci presenti la poesia italiana, e che il Dramma stesso porti la seguente dedicazione glorificatrice: ALLA DILETTA E VENERATA SUA MOGLIE ENRICHETTA LUIGIA BLONDEL LA QUALE INSIEME CON LE AFFEZIONI CONIUGALI E CON LA SAPIENZA MATERNA POTÈ SERBARE UN ANIMO VERGINALE CONSACRA QUESTO ADELCHI L'AUTORE DOLENTE DI NON POTERE A PIÙ SPLENDIDO E A PIÙ DUREVOLE MONUMENTO RACCOMANDARE IL CARO NOME E LA MEMORIA DI TANTE VIRTÙ.

Enrichetta Blondel, moglie del Manzoni, morì cinque anni dopo la pubblicazione dei Promessi Sposi nel 1833, e il Manzoni ne rimase per lungo tempo inconsolabile. Veggasi pure quanto scrive in proposito il professor Prina nel suo diligente Studio biografico sopra il Manzoni.

E quest'altre affettuose alla moglie Antonietta paiono suggerite al Conte da Enrichetta Blondel, la moglie del Manzoni: ......O sposo De' miei bei , tu che li fêsti, il core Vedimi; io moio di dolor, ma pure Bramar non posso di non esser tua.

Io non posso insistere di più sopra un argomento così delicato come le relazioni di Alessandro Manzoni con Enrichetta Blondel; ma parmi che un rimorso gentile dell'Autore verso la sua compagna che egli potè forse turbare co' suoi ardimenti patriottici o con alcun'altra sua imprudenza, abbia fatto parlare Ermengarda in quel modo straordinariamente appassionato, e che la dedica solenne dell'Adelchi alla sua compagna sia stata come una pubblica riparazione di qualche segreta lacrima domestica.

Questi due versi sembrano lasciar capire che al Bággesen fosse noto che nel tempo in cui il Manzoni tornato in Lombardia si preparava a tradurre la Parteneide , per la prima volta conoscesse veramente l'amore, nel suo incontro con un'altra Vergine, la giovinetta Blondel, che divenne, poco dopo, sua moglie e che ciò possa essere, lo confermerebbe pure la seguente nota che troviamo nel caro libriccino dello Stoppani: I primi anni di Alessandro Manzoni, pag. 234: "I versi pubblicati di preferenza dal Sainte-Beuve, perchè gli tornavano bene ad illustrare il suo soggetto, sento ora con piacere che esistono fra le carte del Manzoni, preceduti da pochi altri che formano il principio del Carme, e seguiti da un numero maggiore che ne costituiscono come il corpo, sia questo o non sia del tutto compiuto." Chi mi d

Il Calderari non accompagnò altrimenti la vita del Manzoni; la loro corrispondenza parve cessare quasi intieramente nell'anno 1808, quando il Manzoni, sposata Enrichetta Blondel, si ritrasse a vivere per alcuni anni isolato In Brusuglio; ed anche l'amicizia col Pagani cessò, dopo quell'anno, dall'essere attiva.

A me pare di non ingannarmi dicendo semplicemente che il Manzoni, in quell'anno, s'era innamorato della fanciulla, che divenne poi sua moglie, Enrichetta Blondel, e che l'Urania fu scritta specialmente per piacerle.

Un di que' capi un po' pericolosi, come il poeta Giusti nel Sant'Ambrogio definiva per l'appunto l'Autore de' Promessi Sposi? Mi provo a indovinare, e malgrado dell'industria grande del Manzoni a mescolar bene le sue carte, mi studio di capire la malizia del suo giuoco. La Blondel, com'è noto, era nella sua nuova fede cattolica molto più ardente dello stesso Manzoni, ed avr

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