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Aggiornato: 24 maggio 2025
Questa seconda, per la sua stessa contraddizione ai fatti attuali, non meriterebbe molta discussione, se, consacrata in Italia dal venerato nome di Stoppani, che la sostenne vigorosamente, quando questi fatti attuali non erano ancora assodati e messi in luce, non contasse ancora fra noi proseliti abbastanza numerosi ed autorevoli.
Lo Stoppani ci ha fatto noto che il verso del Cinque Maggio, ove si rappresenta il modo terribile, con cui il primo Napoleone poteva talora guardare: Chinati i rai fulminei,
Questi due versi sembrano lasciar capire che al Bággesen fosse noto che nel tempo in cui il Manzoni tornato in Lombardia si preparava a tradurre la Parteneide , per la prima volta conoscesse veramente l'amore, nel suo incontro con un'altra Vergine, la giovinetta Blondel, che divenne, poco dopo, sua moglie e che ciò possa essere, lo confermerebbe pure la seguente nota che troviamo nel caro libriccino dello Stoppani: I primi anni di Alessandro Manzoni, pag. 234: "I versi pubblicati di preferenza dal Sainte-Beuve, perchè gli tornavano bene ad illustrare il suo soggetto, sento ora con piacere che esistono fra le carte del Manzoni, preceduti da pochi altri che formano il principio del Carme, e seguiti da un numero maggiore che ne costituiscono come il corpo, sia questo o non sia del tutto compiuto." Chi mi d
Quanto alla fisionomia del Manzoni, non si potrebbe tuttavia dire che essa avesse un carattere diverso da quello de' popolani di Lecco, ove, come me ne assicura il prof. Stoppani, s'incontrano spesso contadini, alla vista de' quali vien voglia di gridare: Ecco il Manzoni.
Il Manzoni e Vincenzo Monti. Il professore Stoppani narra un aneddoto, secondo il quale il giovinetto Manzoni sarebbe stato corretto dal vizio del giuoco, per un solo affettuoso rimprovero che gli fece Vincenzo Monti. "Il così detto Ridotto del Teatro alla Scala" era allora precisamente un ridotto di biscaiuoli. L'inesperto Alessandrino si era lasciato prendere all'esca, confessando egli stesso più tardi che si sentiva gi
Cfr. I primi anni di Alessandro Manzoni, spigolature di Antonio Stoppani.
"Il Manzoni (scrive lo Stoppani) si ricordava fin negli ultimi suoi anni della buona zia, la quale gli aveva lasciato delle impressioni vivissime, che egli ricordava agli amici, come fossero ancora quei giorni. Ritornata ai patrii lari, l'ex-monaca si era assunta lei una parte dell'educazione di Lisandrino, a cui aveva preso a volere un gran bene, e questa parte era di farne un giovinotto... se vi par troppo il dire galante, diremo brillante, chè non daremo così occasione di pensar male a nessuno. Non pare che per una coltivazione di questo genere il terreno fosse così facile, come avrebbe desiderato la coltivatrice. Anche il Manzoni dovette subire il supplizio inevitabile delle lezioni di musica e di danza.... Non vi cadesse mai in mente che l'ex-monaca fosse una donna meno che ammodo, anzi meno che pia; ella non mancava mai di condur seco Lisandrino alla benedizione nella chiesa detta alla Pace. Vuol dire che lungo la via c'era tempo di discorrere d'altre cose. Vede lei, diceva un giorno il Manzoni, in uno degli ultimi anni della sua vita, ad un amico, mentre passavano per la Via di Santa Prassede, vede lei quella finestra? Un giorno ero l
Dopo poco la madre si alzò per andarsene, ma prima che ella richiudesse l'uscio del salottino del principe, si volse al figlio e gli domandò sorridendo: Chi è il tuo grande elettore? Il sor Domenico Stoppani. E il tuo agente? Fabio Rosati.
Segreteria di Stato in Milano: STRIGELLI Antonio, Consigliere Segretario di Stato NARDUCCI Giampietro, APPIANI Giuseppe, GERMANI Giuseppe, capi di divisione. Ministero della giustizia: LUOSI, predetto, Ministro BIELLA Felice, segretario generale LUOSI Luigi, STOPPANI Pietro, ALBERTI Francesco, PRANDINA Gaetano, capi di divisione.
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