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Aggiornato: 14 luglio 2025
Le donne lo lasciarono finire; e prima che avesse finito, la Stella, con licenza della dama protettrice, era stata condotta nell'interno della casa dall'altra vecchia, ch'era la maestra anziana. Le fanciulle del Ritiro uscivano del piccolo refettorio, al momento che la lor nuova sorella venne a rincontrarle.
Non era una corvée che imponevo ai nervi della mia amica, li mandavo anzi in licenza sulle spiagge d'un gran mare di volutt
Dovreste saperne voi qualche cosa, che lo conducete pel mondo; osservò l'Almirante, sorridendo. Ma non bisogna credere che frate Alessandro manchi al precetto dell'obbedienza. Non facciamo sospetti temerarii, e crediamo che abbia la sua brava licenza in tasca. L'Almirante era allegro, e celiava, come ne' suoi giorni più belli.
Anzi era tanta la povertá di quei primi senatori, o vogliamo dire la scarsezza dell'oro e dell'argento in Roma in quei tempi, anzi in quei primi e piú felici secoli, che, avendo Scipione dimandata al senato licenza di ripatriare, perché ormai la figlia, che aveva, era nubile e bisognava pensare alla dote, il senato, per non privarsi di quel gran capitano in Ispagna, assunse di dotarla e maritarla egli: «dotis vere modus XL millia aeris fuit», dice Valerio; il che, secondo il Budeo , non ascende a piú di 400 scudi.
E a la sedia che fu gia` benigna piu` a' poveri giusti, non per lei, ma per colui che siede, che traligna, non dispensare o due o tre per sei, non la fortuna di prima vacante, non decimas, quae sunt pauperum Dei, addimando`, ma contro al mondo errante licenza di combatter per lo seme del qual ti fascian ventiquattro piante.
Perchè una dama a quel tempo era costretta dalle leggi d'amore a non mandar disperato il cavaliere ch'ella avesse ricevuto in sua mercè, il cavaliere che portasse i suoi colori e facesse ogni maniera di prodezze per lei. Che fanno ora, con vostra licenza, le dame? Benissimo! tartagliò il De' Carli. È pretta verit
Signora, le disse egli inchinandosi, le chieggo scusa e licenza ad un tempo di venirla a turbare nella solitudine del suo giardino. Ero venuto a cercare del Giacomo, del mio amico e collega in botanica. Ella non ha da chiedere nè licenza nè scusa, signor dottore, ed è qui, come lassù, padrone assoluto. Grazie; ed io vengo per l'appunto a far atto di padronanza.
Ed io non abbandonerò più quell'uomo; ripigliò la marchesa, alzando la voce, come per trattenere lo spirito vagabondo della regina. Anzi, mi ascolti Vostra Altezza, io dovrò pregarla ben presto di darmi licenza. Alla mia regina ho portato l'omaggio di un cuore devoto; ma ella non avr
Debbo io dirvi tutto quello che penso, generale? Ma sì, per bacco. Non lo dico io liberamente, approfittando della vostra licenza? Ebbene, rispose Maurizio, vi dirò che il dovere è buono, perchè scende diritto diritto dalla legge morale; e la legge morale è Dio. Ah, il gran cavallo di battaglia! Ma siete voi persuaso, caro amico, che Dio non sia una creazione dell'uomo? Anche la morale, allora.
Che cosa resta il povero Giacomo? Un vecchio ceppo di castagno, buono da grattargli il fradicio per far la terra alle camelie, e da buttare il rimanente sul fuoco!... Mi stia a sentire! Il Giacomo ha pensato una cosa, con licenza di Vossignoria..... Dite, dite! Vossignoria se ne va laggiù alle Indie, a fare il naturalista.
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