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Aggiornato: 28 ottobre 2025
Il figlio della signora, un ragazzo che odorava di poesia, appena fu alla nuova casa e, per la finestra del tinello, vide le monache, fu preso da un impeto sentimentale e stampò una sessantina di versi claustrali in un giornaletto letterario. Il povero canarino poeta pur lui, era stato tolto piccoletto al nido, e più non ricordava dove e come.
A Lazzari aveva fatto sequestrare tutti i suoi disegni dopo che erano stati finiti. Tra gli altri eravi un don Davide vestito da galeotto e alcune guardie alla nostra cancellata, che avrebbero potuto illustrare qualche pagina del mio libro. A me non lasciò mai scrivere una lettera senza farmela copiare e ricopiare per delle inezie o delle parole contrarie al suo gusto letterario.
I fisiologi o i psicologi hanno proclamato che oggi noi siamo tutti malati di nevrosi; gli artisti non hanno inteso a sordo, e, dalla vita, hanno trasportato la nevrosi nell'opera d'arte. Dovevano in qualche modo, aggiungo io, fare così. Ogni periodo letterario è una involontaria pubblica confessione della societ
Critico letterario non è ordinariamente che uno scrittore da poco, negletto dal pubblico e dagli editori, inetto a produrre delle opere attraenti, epperò nemico giurato di chi riesce collo ingegno, collo studio e colla operosit
In sostanza, il montanaro è poco immaginoso. Parlo, ben inteso, del popolo: di quelle classi sulle quali non può, o pochissimo, l’educazione e l’artifizio letterario; le sole presso le quali trovandocela, la leggenda sarebbe genuina e saporita.
Se il valore artistico di questa commedia si potesse discutere, se non fosse un valore usurpato, se prima del tribunale del critico non ci fosse una specie di tribunale di giustizia, il quale mette in dubbio, non il valore letterario di tale commedia, ma la propriet
E che faremo ora? continuò il Ferrero. L'anno scorso c'erano certe idee! Ma sì, ad anno così inoltrato, non bisognava pensarci. Ti ricordi, Ariberti, del nostro giornale letterario? Tu avevi gi
Figuratevi un misto di letterario e di cavalieresco, di allegro e di drammatico, di marinaresco e d'erotico, di traffico e d'avventure, di reticenze e di amplificazioni; insomma, un vero caleidoscopio, che co' suoi rapidi e frequenti trapassi vi facea rimanere abbagliati. Parlava spesso d'Oriente, ma senza caricatura, citando a caso, e secondo portava il discorso, le sue memorie di viaggio.
Nel così detto Album di certa Marchesa Pallavicini di Genova io lessi scritto dalla mano della Marchesa du Devant, conosciuta nel mondo letterario col nome di Giorgio Sand, questo concetto: «Fumo di gloria non vale fumo di pipa.» Le pipe ed il tabacco, nei tempi della storia che raccontiamo, erano diventati assai comuni.
E poiché perspicacia d'intelletto non ve ne manca, solo che vogliate rifarvi delle male abitudini, lavorate, ve ne scongiuro, e lavorate da senno. Ma prima di tutto spogliatevi della stolida divozione per un solo idolo letterario. Leggete Omero, leggete Virgilio, che Dio ve ne benedica!
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