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Aggiornato: 28 ottobre 2025
Con questo titolo uscì nel 1876 a Milano un giornale letterario sostenuto in parte dai raminghi scrittori dell'antica Palestra letteraria e da altri nuovi venuti. Furono e l'uno e l'altro due bagliori, più che due fuochi, ma a quella vampa molti giovani si conobbero a tempo, molte volont
Sogni vaporosi, nel mondo letterario non siete più di moda!... L'arte ha le sue vicende come tutti i capricci della vita esterna. Ora all'ideale succede il realismo, che non è il naturale ma l'evidente, l'uomo esterno a piedi o a cavallo, in ufficio, a tavola, in letto; la donna coi capelli posticci, i talloni alti, e le maniche larghe. Il positivo in tutto.
Nella politica esso nega il concetto di patria, nell'arte il concetto di letteratura nazionale. Da questo strano equivoco è venuto fuori il cosmopolitismo letterario di cui l'Ojetti è uno dei più caldi e dei più ingegnosi banditori.
E venne giorno che, maravigliati dell'opera loro, se ne accesero a tal segno da lavorare pel solo piacere di lavorare, la qual cosa nel campo letterario fu significata col famoso precetto: l'arte per l'arte.
Spariva il poeta dell'Invito, dell'Incanto, dell'Inganno , il direttore dell'Emporio Letterario, il collaboratore della Gazzetta Lombarda e delle Risorse Italiche, il fidanzato di Nora e l'amante della duchessa di Casalbara.... Ritornava Pierino, Pierino credente, Pierino innocente, "il Pierino" dei mortaretti, e dei mattutini, il Pierino del mese di Maria al Santuario di Crodarossa!...
Pietro cercò una parola più bella, più forte, più viva, ma non ne trovò altre e dovette ripetere: Magari!... Magari!... Allora prendete voi la direzione dell'Emporio Letterario. E poi, chiss
È vero che nello scandalo letterario s'infiltrava un po' la politica. I legittimisti non gli perdonavano di essersi acconciato tacitamente al secondo impero e poi alla repubblica; non gli perdonavano a lui che aveva orgogliosamente detto al Morny: Io sono legittimista! sul punto di diventare uno dei suoi segretari di gabinetto di essersi tenuto in disparte, di non essersi voltato un momento a guardare verso il castello di Frohsdorf, quando era parso che la restaurazione della monarchia stava lì lì per avverarsi. Fingevano di aver dimenticato le roventi parole del Daudet nelle ultime pagine del Robert Helmont: «O politica, io ti odio! Ti odio perchè sei grossolana, ingiusta, strillona e chiacchierona; perchè sei nemica dell'arte e del lavoro; perchè tu servi di etichetta a tutte le sciocchezze, a tutte le ambizioni, a tutte le poltronerie. Cieca e appassionata, tu dividi cuori fatti per stare uniti; tu leghi, al contrario, esseri assolutamente dissimili. Tu sei il gran dissolvente delle coscienze, tu d
Documentare minutamente tutto ciò, sarebbe cosa troppo lunga e anche inopportuna, chi pensi che l'interesse degli scritti qui raccolti è scientifico piú che letterario, e che p. e. lo Scaruffi, nell'esporre i propri concetti, si valse dei consigli del giureconsulto Pier Giovanni Ancarani, senza i suggerimenti del quale avrebbe forse evitate talune prolissitá.
In due o tre anni poteva essere "arrivato", avere il ritratto pubblicato nell'Emporio Letterario e farlo capitare a Crodarossa. Poeta!... Giornalista! Propugnare l'italianit
Per quanto breve e leggiera, questa pagina può servire a punto di partenza per comprendere l’ambiente letterario d’allora. E anzitutto: è innegabile che in Sicilia non si conoscesse neanche di nome l’ufficio di editore nel senso moderno della parola e in quello che in Francia avealo trovato l’Abate Cannella.
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