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Aggiornato: 19 maggio 2025


Ma il cosmopolitismo non l'ho inventato io! può dirmi l'Ojetti. È un fatto storico contemporaneo. Io lo accetto; perchè voglio essere del mio tempo, perchè sono giovane, perchè il mio cervello affollato di concetti filosofici, scientifici, non può funzionare più, come nelle et

E il cosmopolitismo è costretto a rifarsi con la retorica diciamo francamente la parola rinunziando, per partito, al carattere particolare che dovrebbe imprimere in ogni opera d'arte la razza, la tradizione, il genio di ciascun popolo.

E anche niente Cosmopolitismo se lo si ha da intendere come lo intende lei. L'universalizzarsi dell'arte non nella forma che è e deve restare nostra e sar

Il cosmopolitismo non sa che farsene di queste figure vive e consistenti. Simboli! Astrettezze! Ecco quel che egli vuole, cioè cose che sono l'opposto, anzi l'assoluta negazione dell'arte. Il norvegizzare e russificare l'opera d'arte è stata insomma l'operazione preliminare del cosmopolitismo letterario, in Francia, in Germania e, pel poco che ha potuto, in Italia.

È un'astrattezza. Se con quella parola si volesse soltanto significare l'alto senso di comprensione che ci fa penetrare, intendere e ammirare tutte le forme artistiche da qualunque parte del mondo ci vengano: o la urgenza vitale dell'assimilazione delle varie forme quando esse rappresentano qualcosa di organico nell'arte, non ci sarebbe niente da ridire. Ma il fatto dimostra che per cosmopolitismo artistico s'intende tutt'altro. S'intende una certa uniformit

«D'allora in poi, il popolo entrò sull'arena. «Oggi, di fronte a quel nuovo elemento di vita, tutto è mutato. Il romanticismo, il mercantilismo, il cosmopolitismo, sono passati, come ogni cosa che ha compito la propria missione. La nazionalit

Tale m'appariva la carboneria: vasto e potente corpo, ma senza capo: associazione alla quale non erano mancate generose intenzioni, ma idee, e priva non del sentimento nazionale, ma di scienza e logica per ridurlo in atto. Il cosmopolitismo che una osservazione superficiale d'alcune contrade straniere le avea suggerito, ne aveva ampliato la sfera, ma sottraendole il punto d'appoggio.

Guardate ciò che avviene nell'arte, in un'arte speciale: quella del romanzo. Nel romanzo trionfa l'esoticismo di Pietro Loti e il cosmopolitismo di Paolo Bourget. Ma anche qui c'è una contraddizione evidente.

La sala del Teatro dei Piccoli contiene molte russe agitate, zazzere pittoriche, occhiali passatisti di professori, signore romane magnetizzate dai titoli e dal cosmopolitismo, futuristi impazienti, veleni critici in bottiglia con la relativa testa da morto sopra, tutto il neutralismo elegante che si infischia della guerra continuando a mendicare un sorriso e un invito dalla principessa tale, dalla duchessa tal altra. Balordaggine snobistica, falsa intellettualit

«Se per cosmopolitismo intendiamo fratellanza di tutti, amore per tutti, abbassamento delle ostili barriere che creano ai popoli, separandoli, interessi contrarî, siamo noi tutti cosmopoliti. Ma l'affermare quelle verit

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