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Posizione intermedia per ragione di tempo fra lo Scaruffi ed il Montanari ha il cosentino Antonio Serra, che pubblicò nel 1613 la monografia ristampata in questo volume. Della quale l'oggetto è limpidamente indicato dal titolo: Cause che fanno abbondare li regni d'oro e d'argento, dove non sono miniere.

Ancorché io sia piú che certo che il Discorso del magnifico messer Gasparo Scaruffi fatto sopra il regolare le cose delli danari, essendo letto da V. S. illustrissima e da altri giudiciosi e d'intelletto elevati, sará benissimo inteso e posseduto, nondimeno, perché forse si troveranno molti altri che non saranno di tal scienza cosí capaci, però ho fatto questa picciola instruzione, accioché quelli che la leggeranno possano da se stessi intendere i belli concetti ed i secreti che in detto Discorso si contengono, la quale dedico a lei con ogni mia debita riverenza.

La teoria monetaria è nelle sue linee generali svolta egregiamente dal Montanari, di un secolo però posteriore allo Scaruffi. Riguardo al valore della moneta in relazione a quello dei prodotti, tuttavia non evita errori. Afferma che le merci prese insieme valgono quanto l'oro e l'argento.

Lo Scaruffi ritiene che il bimetallismo a rapporto fisso, uguale in tutti i paesi, risponda meglio d'ogni altro sistema alle esigenze della circolazione, e questo rapporto fisso designa in 1 unitá di peso d'oro per 12 unitá di peso d'argento.

Certo raggiunse vette intellettuali piú alte di quelle, cui lo Scaruffi pervenne, il professore modenese Geminiano Montanari, matematico, astronomo ed economista, che non solo intorno ai problemi difficili generali e speciali della moneta scrisse con precisione ed esattezza singolari, ma pure rispetto alla piú astratta analisi del valore espose dottrine assai ragguardevoli.

Di Reggio, il 16 maggio MDLXXIX. Di V. S. illustrissima obligatissimo servitore GASPARO SCARUFFI.

Qualche particolare ed anche grave errore non diminuisce il merito dello Scaruffi nell'analisi delle condizioni cui il sistema monetario deve rispondere e nella designazione di una lega universale a scopo di unificazione del sistema monetario bimetallico.

Il Ferrara avverte che, se nessuno prima dello Scaruffi aveva proposto che si indicasse anche il titolo, pure fra le monete del 1500 ve ne hanno alcune, nelle quali, oltre al nome, si legge assai chiaramente l'indicazione della lega.

Per quel che concerne lo studio d'argomenti minori, pure pregevoli sono parecchi riflessi dello Scaruffi, che vuole le spese di monetazione siano pagate a parte, e non «ricavate dal corpo della moneta». Il che se può sembrare indifferente oggidí, era utile allora ad impedire le esorbitanze della zecca e le confusioni fra l'errore o tolleranza di fabbricazione ed il costo della monetazione in senso stretto.