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Aggiornato: 5 luglio 2025
Se l'Italia, a modo d'esempio, dopo la nuova civilizzazione, non avesse veduto mai il menomo manoscritto greco o latino, credete voi per questo che l'Italia non avrebbe buona poesia? |Grisostomo|. Leggo ed ammiro assai anch'io Omero e Virgilio, e lo dico davvero.
Non posso resistere; apro il mobiletto e guardo il tuo ritratto, o Lidia, e Ti fisso negli occhi. S'avvicina il giorno di santa Lidia, Ti scriverò. Da due giorni non leggo la Gazzetta di Venezia. Ti troverò fra i morti? Penso al suicidio. No, penso a vivere con Tei in campagna! O primavera!
Da due o tre mesi rispose Cresti, perdendo un poco l'equilibrio delle gambe e arrossendo sotto la pelle di patata abbrustolita. Chi suona? dissero le signore. La sposa! disse Massimo. Flora avrebbe dovuto chiedere chi fosse e dove fosse questa sposa misteriosa di cui si parlava tanto, ma preferì lasciarsi bombardare. E come va l'inglese, Cresti? chiese la signorina. Leggo, leggo, pas mal...
Il mio articolo pel Vallardi fu composto da varie donne. Vi leggo i nomi scritti in lapis. Perchè è un buon augurio? Perchè di così poco mi sento contento? 19 marzo. È primavera. Stasera dovrò presiedere la Commissione degli studi alla Patriottica, una commissione di professori e di illustri. Che m'importa della scienza? Sono nervosissimo.
«Te lo leggo in faccia, tu sei ingegnere! Tutti gl'ingegneri appena sgusciati hanno la faccia che hai tu.... Sono ingegnere! sì, sono ingegnere! risponde Donato... e il babbo, e Mariuccia... e Costanza?
Siete sempre coi vostri libri, zia. Vi guastate la vita. Vedete, io non ne leggo mai e trovo molto naturale che Cesare mi sposi... Chinò il capo di nuovo e si mise a disporre le calze nel cassone, uno strato fitto e multicolore su cui il bianco dominava. Ci metto dello spigonardo, zia? domandò Cecilia che non poteva tacere. Lo spigonardo, dicono, conserva la seta dai tarli.
Penso a Limbiate in questo giorno piovoso, e leggo qualche verso di Byron. 28 marzo. Continua il mio parossismo. O mio avvenire! Oggi voglio fare una visita in cimitero. Ma perchè scrivo? È l'unico mio conforto. Perchè vengo quassù? Per annotare: anche questo giorno è passato, un giorno di noia, di sconforto, di tormento, come tutti gli altri. A trenta anni. Sento un suono di pianoforte.
A vincere il mio carattere timido penso sempre: Essi, i poveri, potrebbero trovarsi al mio posto: io, al loro: se io avessi bisogno? E lavoro... È volgare la mia vita? O Signore, quando leggo la Tua Bibbia, come ancora nel mio avido scetticismo, ho dei momenti di fede gentile! O Signore, perchè mi tormentasti e mi tormenti coll'incertezza?
E poi? E poi? Improvvisamente il suono della vostra voce, dicente una parola; una lettera scritta da voi ad altri e che io leggo per caso; l'aver conosciuto lo scopo di una vostra passeggiata, di una vostra, visita; il velo delle lacrime nei vostri begli occhi; la morte del sorriso sulle vostre labbra; una impressione simile, un fatto vago e fuggevole, mi ridanno, intiera, tutta la malìa che la vostra anima esercita su me...
Alla mia volta dovevo immaginare che don Garcìa e frate Alessandro non volessero aver segreti per te. Sono essi infatti i miei due pazienti uditori serali. Che vuoi? bisogna ammazzare il tempo. Io scrivo di giorno, e leggo di sera. Oggi appunto ci avevo un paio di capitoli finiti. Ma ora che sei capitato tu coi tuoi scartafacci, tanto più importanti dei miei....
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