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Aggiornato: 22 giugno 2025
Grave penitenza, giacchè richiedeva che, per quaranta giorni, portassero dì e notte il cilizio, andassero scalzi e col cappuccio sugli occhi; giacessero sul pavimento; non lavarsi, non radersi, non tagliare l'unghie, non conversare, non accostarsi alla moglie, sedere per terra; sul desco ignudo non mangiare, nè carni, nè uva, nè cacio, nè pesci; puro pane e acqua tre giorni la settimana; levarsi al tocco del mattutino, assistere agli uffici fuor di chiesa, oltre recitare certe orazioni.
Bene, bene esclamò il marito della signora ecco il canarino che comincia a dirci qualcosa. E ogni volta che si trovava nel tinello a lavarsi la faccia, gli faceva lo zufolo col tovagliolo fra mani. La casa dalla quale era sloggiato era scura e silenziosa.
Il Richard dormiva fuori, coi cavalli, ma la mattina veniva a casa, per buttarsi qualche altra ora sul letto, e poi lavarsi e far colazione. Appena essa vide entrare Giacomino, l'amico del cuore, e mentre passava dallo specchio, dinanzi al quale si pettinava, al caminetto dove scaldava il caffè, rovesciava un sacco d'improperi, nel suo linguaggio internazionale, sul capo dell'antico protettore.
La direzione persisteva nel mantenere due soli dico due soli catini di zinco, d'un litro e mezzo o due d'acqua ciascuno, per ogni camerata. Alla mattina era una lotta. Tutti volevano lavarsi nel recipiente, e invece dovevano contentarsi di una manata d'acqua che raccoglievano nel cavo delle mani.
Gli fecero bere della camomilla, così bollente che gli bruciò il gorgozzule; poi lo obbligarono ad alzarsi, a lavarsi la faccia, a rimettersi la giacca, e lo condussero dinanzi a don Giuseppe: lo doveva benedire subito coll'acqua santa, per mettere in fuga satanasso!
La padrona si faceva vedere raramente: appena alzata, all'alba, per dare il cambio all'Evelina, che aveva dormito sul canapè, e che usciva soltanto allora per lavarsi, per respirare un po' d'aria alla finestra.
«Amen, bel Cavaliere.» Sebbene i nostri eroi non sieno affamati quanto quelli di Omero¹ per doverli, come egli ha fatto, mettere tre volte a cena in una stessa sera, nondimeno, od ora o poi, convien pure che ce li poniamo. Ghino, imbandita la mensa, porse da lavarsi a Rogiero, ed egli ancora data acqua alle mani gli si assise di faccia.
Il Perego lesse l'articolo con arte, con enfasi, e Matteo Cantasirena, brandito un lungo tagliacarte ne seguiva la lettura accennando ai punti, alle pause, agli "a capo" come un direttore d'orchestra. L'articolo cominciava umoristicamente, domandando all'illustrissimo commendator Francesco Kloss, perchè aspettasse l'acqua della Cisalpina per annegarsi non solo, ma ben anche per.... lavarsi!
Carmela rimase sola accanto al letto dell'ammalato, non dormendo nè giorno nè notte per assisterlo, e quando il dottore le diceva: Badate, è una malattia contagiosa, non vi avvicinate troppo a vostro padre essa non gli dava retta, e si contentava di lavarsi col sublimato corrosivo o coll'acido fenico, dicendo: Faccio queste cose, perchè voglio star bene e poter assistere mio padre, e che non resti solo; ma per me, non m'importa di nulla.
E io ancor: <<Maestro, ove si trova Flegetonta e Lete`? che' de l'un taci, e l'altro di' che si fa d'esta piova>>. <<In tutte tue question certo mi piaci>>, rispuose; <<ma 'l bollor de l'acqua rossa dovea ben solver l'una che tu faci. Lete` vedrai, ma fuor di questa fossa, la` dove vanno l'anime a lavarsi quando la colpa pentuta e` rimossa>>.
Parola Del Giorno
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