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Aggiornato: 4 giugno 2025
FANNIO. Però certo è che Lidio nostro è quel che e' ci dice; e che è vivo; e che è qua. E quasi quasi mi par raffigurar costui esser Fessenio. LIDIO femina. Oh Dio! Tutto il core, per nuova tenerezza e letizia, mancar mi sento. FESSENIO. Ancor non son ben chiaro se sei tu Lidio o pur quella. Lassa che io meglio ti riguardi. LIDIO maschio. Saresti tu mai imbriaco?
Rinuova allora i pianti la donzella, e ne la mente sua così favella: 62 Fu quel che piacque, un falso sogno; e questo che mi tormenta, ahi lassa! è un veggiar vero. Il ben fu sogno a dileguarsi presto, ma non è sogno il martire aspro e fiero. Perch'or non ode e vede il senso desto quel ch'udire e veder parve al pensiero?
Fama di loro il mondo esser non lassa; misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa>>. E io, che riguardai, vidi una 'nsegna che girando correva tanto ratta, che d'ogne posa mi parea indegna; e dietro le venia si` lunga tratta di gente, ch'i' non averei creduto che morte tanta n'avesse disfatta.
48 Quindi né cavallier né donna passa, che se ne vada senza ingiuria e danni: l'uno e l'altro a piè resta; ma vi lassa il guerrier l'arme, e la donzella i panni. Miglior cavallier lancia non abbassa, e non abbassò in Francia gi
Egli il disarma; ella tremante e lassa Porge la mano all'opere compagna. Mira e tratta le piaghe; e di ferute Giudice esperta, spera indi salute.»
FULVIA. Dunque, piú non mi ama? SAMIA. Né te ama né ti stima. FULVIA. Cosí credi? SAMIA. Ne son certa. FULVIA. Lassa me! che odo io? SAMIA. Tu intendi. FULVIA. E di me non ti domandò? SAMIA. Anzi, disse non saper chi tu fussi. FULVIA. Dunque, m'ha dismenticata? SAMIA. Se non te odia pur, bene ne vai. FULVIA. Ahi cieli avversi! Certo, or cognosco lui spietato e me misera.
Incontra Ariovisto ei move in guerra; E quei si ferma in minaccioso aspetto, E d'un morto guerrier la picca afferra, E l'aspra punta gli presenta al petto; Da sì feroce ardir, che nel cor serra, Fu tosto il duce a giudicar costretto Ch'era ben prode, onde colpir nol lassa, Ma spezzando la picca il cor gli passa.
CAPPIO. Lassa faghe a mi: provi cheste pottagie falsamico, scippacapelli e moscatelli. PEDANTE. Refiuto questi nomi infandi e nefandi di «scippacapelli» e «falsamico».
Continuamente si rode e prima ha morto sé, cioè l'anima sua, che egli ucida el nemico suo; el primo morto è egli, uccidendo sé col coltello de l'odio. Quanta pena sostiene l'avaro, che per avarizia strema la sua necessitá! quanto tormento ha lo invidioso, che sempre nel suo cuore si rode, e non gli lassa pigliare dilecto del bene del proximo suo!
Di dieci in dieci miglia va mutando cavalli e guide, e corre e sferza e punge. Passa il Reno a Costanza, e in su volando, traversa l'Alpe, ed in Italia giunge. Verona a dietro, a dietro Mantua lassa; sul Po si trova, e con gran fretta il passa.
Parola Del Giorno
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