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Aggiornato: 4 giugno 2025


Alora Io nascosi la potenzia mia in lui, lassandolo sostenere pene e tormenti come uomo: non che la natura mia divina fusse però separata da la natura umana; ma lassa' lo patire come uomo per satisfare a le colpe vostre. Non verrá cosí ora in questo ultimo punto; ma verrá con potenzia a riprendere egli con la propria persona.

Nel lume della fede acquisto la sapienzia nella sapienzia del Verbo del tuo Figliuolo; nel lume della fede so' forte, costante e perseverante; nel lume della fede spero: non mi lassa venire meno nel camino. Questo lume m'insegna la via, e senza questo lume andarei in tenebre; e però ti dixi, Padre etterno, che tu m'alluminassi del lume della sanctissima fede.

155 Chi vuol fuggir, Rinaldo fuggir lassa, ed attende a cacciar chi vuol star saldo. Si cade ovunque Ariodante passa, che molto va quel presso a Rinaldo. Altri Lionetto, altri Zerbin fracassa, a gara ognuno a far gran prove caldo. Carlo fa il suo dover, lo fa Oliviero, Turpino e Guido e Salamone e Ugiero.

Costui ti conduce alle forche. E, quando mai altro mal non te ne avvenga, ne arai sempre tu rimordimento ne l'animo perché e' non è supplizio piú grave che la conscienzia delli errori commessi. E però lassa costei, Lidio. LIDIO. Tanto lassar posso io costei quanto il corpo l'ombra. POLINICO. Anzi, meglio faresti tu ad odiarla che a lassarla. FESSENIO. Oh! oh! oh!

NEPITA. Lavorano insieme. SANTINA. Lavora volentieri? NEPITA. È tanto gonfia di voglia e sta tanto col pensiero dritto a quel lavoro, che par non vorrebbe mai far altro; si riposa se non va tutta in sudore. SANTINA. Da vero? NEPITA. Adesso l'ha posto l'aco in mano, e fanno quel lavore del punto brisato: piglia un filo e duo ne lassa de fuori.

FESSENIO. Voglio andare un poco da Fulvia, ché comparita su l'uscio la vedo, e mostrarle che Lidio vuol partirsi per vedere come se ne risente. FULVIA. Ben venga, Fessenio caro. Dimmi: che è di Lidio mio? FESSENIO. Non mi pare quel desso. FULVIA. Eimè! Di' : che ha? FESSENIO. Sta pure in fantasia di partirsi per cercare Santilla sua sorella. FULVIA. Eh lassa a me! Vuol partirsi?

Quando le lassa per necessitá di non potere fare quello acto che ha cominciato, per diversi accidenti che gli vengono, o per obbedienzia che sará comandato dal prelato suo, che facendole, non tanto che egli meritasse, ma egli offendarebbe. che vedi che elle sonno finite.

STRAGUALCIA. Pedante! pedante! PEDANTE. Lassa ch'io trovi il padrone!... STRAGUALCIA. Lasciate ch'io truovi suo padre!... PEDANTE. Oh! A suo padre che puoi dir di me? STRAGUALCIA. E voi che potete dir di me? PEDANTE. Che tu sei un gaglioffo, un manigoldo, un infingardo, un poltrone, un pazzo, uno imbriaco, posso dire.

Questo timore non gli lassa possedere il dilecto suo in pace, perché ordinatamente, secondo la mia volontá, non le possiede; e però gli séguita timore servile e pauroso, facto servo miserabile del peccato, e tale si può reputare quale è quella cosa a cui egli serve. El peccato è non cavelle: adunque egli è venuto a non cavelle.

E tanto quanto piú ama quella cosa che egli ha, tanto meno vede e si a cognoscere con prudenzia unde ella viene, per lo dilecto che ha preso in essa consolazione; però che l'allegrezza nel ricevere la cosa che ama non gli li lassa vedere, si cura di discernerla.

Parola Del Giorno

s'alceste

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