Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 2 maggio 2025
Il medico battè le labbra, crollò le spalle, e non rispose parola.
Bisogna avvertirlo... bisogna avvertirlo.... Queste sole parole galleggiavano nel quasi annegamento della sua intelligenza; e le ripeteva e le ripeteva tra di sè, pronunziandole senza voce, con le sole labbra. Non sentì il rumor dei passi de' due uomini che venivano: si riscosse solo quando si spalancò l'uscio, ed entrarono.
Passato quel lampo di stupore e di paura, si provò a ridere; ma le labbra sole si mossero e fecero una brutta smorfia; il riso non venne dal cuore.
Era sì terribilmente turbato che Lisa comprese di botto una suprema sciagura essere avvenuta; venne innanzi al padre bianca più che cadavere, le labbra illividite, e senza potere articolar parola fissò con ansia il volto del capitano, ponendogli la destra sopra il braccio. Gustavo, disse Biale solennemente, si è sottratto alla giustizia degli uomini per sottomettersi direttamente a quella di Dio.
Il delegato è diventato un po' pallido; stringe le labbra, si fa largo vivamente, fa un cenno quasi impercettibile e scopre la sciarpa.
Ella aveva la febbre che scoppiettava dappertutto: nei suoi occhi, sulle sue guance, dalle sue labbra.
Solo di tratto in tratto girava la testa verso colui che la reggeva, figgeva i suoi neri e grandi occhi sul di lui volto, e le sue labbra coralline aprivansi a un sorriso affascinante.
Ma ad onta di queste ammonizioni, la tentazione fu troppo forte pei generali italiani ch'erano allora in Mantova. La fortezza era ben munita di vettovaglie e di munizioni da guerra, in guisa da poter reggere anche per un anno. Le truppe francesi, non ancora uscite d'Italia e malcontente del destino loro apparecchiato in Francia, offerivansi pronte a combattere di conserva coi generali italiani ed a militare sotto i loro ordini. I generali Grenier e Serras ne aveano fatta formale promessa. Parecchie piazze forti reggeansi tuttora a fronte degli Austriaci; Murat non era lontano. Se l'esercito italiano non conseguiva l'intento d'impedire agli Austriaci l'occupazione definitiva della Lombardia, esso poteva almeno ottener patti migliori. I generali Teodoro Lecchi, Palombini e Paolucci, e il segretario Ignazio Prina partirono la notte del 23 da Mantova, e giunsero a Milano il 24. Recaronsi tosto in casa del generale Pino, il quale si alzava appunto da tavola quando gli venne annunziata la loro visita. Parecchie persone erano allora in casa del generale, il quale, chiamati i deputati di Mantova nella sala stessa ov'era raccolta la brigata, abboccossi con loro alla presenza di tutti. Erano venuti quei generali ad offrire al generale Pino, allora comandante di tutte le truppe del regno, il comando, più rilevante certamente e più onorifico, dell'esercito italiano raccolto in Mantova, che si proponeva di far testa alla invasione austriaca. Dopo avergli descritte le forze che avevano a disposizione e manifestate tutte le loro speranze, i generali Lecchi, Paolucci e Palombini caldamente esortarono il Pino di farsi egli pure a riparare lo Stato dalla occupazione austriaca, e andavano infiammandosi nel dire, all'avvenante che i pericoli della patria e la contentezza di preservarnela si venivano rappresentando più fortemente alla commossa fantasia. Ignorando il Pino l'obbietto della visita dei suoi colleghi, ei gli aveva accolti col sorriso sulle labbra, e per prevenire in certo qual modo le congratulazioni che si aspettava, erasi mosso incontro ai tre generali con cera d'uomo contento, dicendo: «Ebbene! che avete voi detto laggiù di quanto è qui accaduto? La cosa è stata condotta assai bene; giacchè al postutto, voleavi una vittima: bastò una sola, e l'elezione non fu cattiva». Ma il piglio aggraziato del Pino mutossi bentosto quando il Lecchi ebbegli risposto che il conte Prina era un valent'uomo, onestissimo e ragguardevolissimo, e che non avea meritato per verun modo il funesto destino che lo aveva percosso. Le proposte dei generali di Mantova finirono d'indispettire il Pino. Non dava gi
Ariberti non s'inalberò, non udì nemmeno la frase esorbitante che la collera strappava alle labbra di suo padre. L'immagine della sua buona genitrice inferma per cagion sua gli aveva messo in corpo la febbre e lo faceva dare in urla così disperate, che perfino il signor Amedeo ne ebbe piet
Queste parole eran dette in un tono così sommesso che il signor Galli non le poteva capire, ma le indovinava dal moto delle labbra. Devo andare... alla banca. Nora ebbe un lampo: tremò. Se il Galli parlava col Kloss, tutto era perduto!... Ma non avrebbe parlato!... Alla banca! esclamò, con un fremito, con un brivido di orrore, e ancora chiamò il signor Galli vicino, più vicino....
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca