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Ad onta dei bandi viceregali e delle promozioni testè menzionate, l'esercito italico rimase attonito e costernato in sulle prime dalla notizia dell'armistizio conchiuso fra il principe Eugenio e il maresciallo Bellegarde. Ma ben presto si dileguò quella costernazione. Il generale Teodoro Lecchi assicurò l'esercito che il vicerè non s'indurrebbe giammai ad abbandonarlo, e che ogni sforzo di lui tenderebbe, all'incontro, a stabilirsi fermamente in mezzo all'esercito stesso ed in Italia. Le quali assicurazioni mutarono repentinamente in trasporti di gioia e di riconoscenza le mormorazioni che prima si erano udite. Gli è certo, di fatti, che i generali Fontanelli e Bertoletti, partitisi pria del 20 d'aprile da Mantova per a Parigi, e latori di istruzioni ufficiali per non chiedere altro che la conservazione e l'independenza del reame d'Italia, erano stati inoltre incaricati, non solo dal vicerè, ma e dall'esercito, di far instanza acciò al principe Eugenio venisse data la corona italica. Intanto l'avviso ufficiale del conchiuso armistizio, e l'ordine di convocare il senato per la nomina dei due oratori del governo da spedirsi a Parigi, erano gi

E v'era peggio. Mentre da noi si diceva: soccorrete ai volontarî; animateli: cacciateli all'Alpi, la perdita dei volontarî, repubblicani i più, era giurata: giurata fin dagli ultimi giorni di marzo quando Teodoro Lecchi fu assunto al comando del futuro esercito. Erano lasciati senz'armi, senza vestiario, senza danaro; fortemente accusati ogni qual volta la necessit

Parla almeno una volta in vita tua, mio bel vitello, se sei un vitello davvero! Come stai, Signoria? Lascia ch'io lecchi le tue scarpe. Costui, non vo' servirlo: egli non è valente. Tu mentisci, o mostro ignorante: mi sento capace di fare ai pugni con uno sbirro. Ma, dimmi un poco, pesce svergognato, un uomo che ha bevuto tanto vino quanto ne ho bevuto io può essere un codardo?

che rechera` la tasca con tre becchi!">>. Qui distorse la bocca e di fuor trasse la lingua, come bue che 'l naso lecchi. E io, temendo no 'l piu` star crucciasse lui che di poco star m'avea 'mmonito, torna'mi in dietro da l'anime lasse. Trova' il duca mio ch'era salito gia` su la groppa del fiero animale, e disse a me: <<Or sie forte e ardito.

Il generale Teodoro Lecchi scrisse al fratello Giuseppe, che stava allora al soldo del re di Napoli, esortandolo a chiedere l'aiuto di quei re pel caso che l'esercito italico insorgesse contro gli Austriaci. Soddisfacentissimo fu il riscontro, perocchè dava formale promessa che il re di Napoli accorrerebbe prontamente in soccorso dell'esercito insorto.

che rechera` la tasca con tre becchi!">>. Qui distorse la bocca e di fuor trasse la lingua, come bue che 'l naso lecchi. E io, temendo no 'l piu` star crucciasse lui che di poco star m'avea 'mmonito, torna'mi in dietro da l'anime lasse. Trova' il duca mio ch'era salito gia` su la groppa del fiero animale, e disse a me: <<Or sie forte e ardito.

Ritornatosene questi dai congiurati, e ragguagliatili del rifiuto del Fontanelli, la costernazione si sparse fra loro. Proposero alcuni di sostituire al Fontanelli il generale Teodoro Lecchi, ma questi, mosso per avventura da soverchia modestia, opponeva, non essere il suo nome splendido abbastanza per dare splendore ad una intrapresa di tal fatta; la mitezza ben nota dell'indole sua farlo altronde male acconcio a indirizzare una mossa della fatta di quella che si dovea tentare in Milano, e in cui non si doveva indietreggiare in faccia alla necessit

I due amici, ciò detto, si separarono, lieto il Litta di avere sconsigliato al generale un passo falso qual era l'abbandono della patria, e rassicurato il Lecchi, il quale conosceva il come la famiglia Litta fosse in grazia del governo. Ma non passarono tre giorni ch'ei venne catturato, e con esso il generale Bellotti, e i signori Cavedoni, Brunetti, Pagani, Gerosa e Caprotti.