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Aggiornato: 24 maggio 2025


Aiutanti comandanti: LECHI Angelo CAVEDONI Bartolomeo MONTEBRUNO Andrea MAZZUCCHELLI Giovanni RIVAIRA Luigi CASELLA Giovanni Battista. Marina Reale. Commissario generale: MAILLOT Stefano. Capitani di vascello: PASQUALIGO Nicola MILIUS Pier Bernardo.

I due amici, ciò detto, si separarono, lieto il Litta di avere sconsigliato al generale un passo falso qual era l'abbandono della patria, e rassicurato il Lecchi, il quale conosceva il come la famiglia Litta fosse in grazia del governo. Ma non passarono tre giorni ch'ei venne catturato, e con esso il generale Bellotti, e i signori Cavedoni, Brunetti, Pagani, Gerosa e Caprotti.

Convien dire che la confessione sia un atto che corrisponde a un qualche segreto istinto del cuore umano, perocchè non solo vediamo gli uomini determinarvisi agevolmente, ma anche compierla con trasporto allorchè vi si sono determinati. E invero il Gasparinetti non si ristrinse in questa circostanza a narrare i fatti noti agli altri captivi, e cui potea supporre essere stati svelati da loro; ma espose perfino i propri pensieri, le speranze ch'egli avea concepite, le parole dettegli in privato da questo o quello dei congiurati non ancora arrestati. Riferì fra altre cose che, avendo un giorno incontrato il generale Teodoro Lecchi, questi aveagli detto, stringendogli la mano: «Animo, mio caro Gasparinetti; se Fontanelli ricusa di condurci, ho buona speranza che Zucchi sottentri in sua vece». Il che era vero; ma perchè riferirlo dacchè non era stato udito da testimoni e dacchè il generale Lecchi era tuttora libero? Questo bisogno di dir tutto spiattellatamente, anche a giudici, fu ancor più forte pel comandante Cavedoni, il quale, sostenuto pochi giorni poi ed esortato a confessare progetti gi

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