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Aggiornato: 23 luglio 2025
Pertanto, convenitene, caro zio, quella scimmiuola lì era pur gentile. Io ne conosco un'altra che l'è di vantaggio rimbeccò il dottore baciandola in fronte. Il dì seguente ei partì... E tre anni dopo, Regina di Nubo, nipote del dottore Gennaro conte di Nubo, usciva di pensione e veniva a Parigi. Il dottore la presentò nel mondo l'inverno seguente. Ella aveva diciannove anni.
Alcuni giorni dopo scende da tutti i sentieri della montagna un malinconico concerto di squilli: si direbbe che si suoni a stormo contro il gran nemico, l'inverno.
Aveva un aspetto, per dir così, tondo, autorevole e venerando: Vestiva un po' all'antica, come conviene a un uomo che ha passato la cinquantina, ma non senza eleganza, sopratutto non senza un'estrema pulizia. I suoi alti solini inamidati, che quasi gli segavano il collo taurino, erano d'un candore così lustro che parevano di specchio. Estate e inverno, portava tuba e soprabito marron cupo: tuba grigia l'estate, di feltro nero l'inverno. Si scopettava gli abiti da sè, più volte il giorno, con una cura minuziosa addirittura incontentabile: il suo vestiario, più che per l'uso, si logorava a furia di scopetta. Non aveva che questa duplice manìa: scopettarsi gli abiti e mistificare la gente. I suoi calzoni, d'una tinta chiara e immacolata, lasciavano scorgere le calze di colore e facevano risaltare le scarpine di coppale, ornate di un largo cappio di seta nera. Sulla sottoveste brillava una catenina d'oro piccola e massiccia, da cui dondolava una quantit
L'inverno è rigido, ma i bei giorni ci sono più frequenti che al piano; e poi, le mie quattr'ossa si sono avvezzate; ci vorrebbe uno sforzo per adattarle a un ambiente diverso.» Così son passati altri quindici anni; proseguiva Don Pietro, parlando al conte Malatesti; e sono contento più che mai d'aver risposto picche a Fagnano.
Dunque un viaggio, tu dici? riprese Filippo, fermandosi un'altra volta davanti al vecchio amico. Io aveva pensato di passar l'inverno a Roma.... No, no, un viaggio. A Roma si sa tutto, come a Venezia; figùrati se la Montegalda, la Fioresi, e venti altre, se di Spinea e lo stesso Candriani non hanno scritto agli amici di laggiù! E ciascuno a modo suo. Come sta Berto? domando Filippo.
La signora Chiara la riconobbe, si fermò un istante e la salutò coll'affettuosa espressione dialettale, che è d'uso comune in tutta la campagna friulana: Mandi, Mariute. Come va? La vecchia si scosse, si levò in piedi e ravvisando la signora Sant'Angelo: Mandi, signori. Va poco bene. L'inverno è stato assai cattivo....
La sera era venuta, una sera umida e fredda, che con le folate impetuose del vento e col romoreggiare della pioggia insistente facea presentire l'inverno vicino. In casa erano a quell'ora le consuete faccende.
La Gioconda, anzi ormai la signora Gioconda, scelse anche lei un regalo: si era alla fine di maggio, ma volle ugualmente una pelliccia d'orsetto che avrebbe messa via per l'inverno: il metter via, la passione della serva, era rimasta pure la gran passione della governante. Matteo Cantasirena esultava ed era fiero, infatuato, convinto della parte che aveva sostenuta. Ah! ah!
Ed era appunto l'inverno, sull'imbrunire, dopo una giornata di viaggio, che Quintino e Marco si trovarono finalmente in vista di una cittaduzza. Fra tanta gente non ci sarebbe stata l'anima buona che per carit
IL COMMENDATORE. L'inverno e così mite a Roma, che una pelliccia sarebbe un'offesa per il municipio. Te la comprerai un altro anno, purchè faccia freddo, cosa che non è possibile. Guarda, piuttosto, se la colazione sia pronta. Io, intanto, darò un'occhiata alle cartelle del mio discorso sulla sanit
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