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Lo spettacolo, quel giorno, era più stupendo che mai. Il cielo lucido e quieto di una pace allegra; una striscia di nuvole aranciate all'orizzonte; il resto puro: le cime delle colline lontane pareva che fendessero l'azzurro; una freschezza primaverile spirava nell'aria. Sotto, tutto quel saliscendi di poggi e di vallette, simile a un solo immenso prato depresso qua e l

E all'azzurro lontan volge l'azzurro De' suoi sguardi pensosi, ma l'arcano Indistinto pensier senza susurro E senza gesto, va assai più lontano. Il suo pensier traverso il bene e il male, Or chiaro or torbido, Come nave sul mare a gonfie vele Vola nel sogno verso l'ideale.

Dinanzi a questo quadro meraviglioso, sotto l'azzurro di quel cielo, in quell'aria pura, si prova quasi una volutt

Tutti calmi con l'azzurro mite degli occhi rapito ai cieli di Scozia, tutti obbedienti per sempre al peso del fucile e degli zaini eleganti. Accompagnano la marcia con una melopea che senza urto s'innalza, si spande o-eee o-eee o-eee hurraaa! o-eee o-eee o-eee hurraaa!

L'Adige rigonfio, bigio, passava mugghiando: le rive apparivano scialbe, fra una luce pallida, malinconica come quell'ora trista del giorno; ma in alto verdeggiavano superbe le colline, e il forte di San Pietro splendeva rosseggiante sotto l'azzurro del cielo, irradiato fantasticamente dall'ultimo sprazzo di sole. Andrea rimase sul ponte a guardare, fermo, immobile per qualche minuto.

Immane lerciume che incensa l'azzurro con lugubri zaffate di puzzi di stiva grasso iodio sangue corrotto ammoniaca e pidocchi. Questi rottami dell'impero austro-ungarico sfasciato evocano in me l'immagine di un triste, polveroso, sconfinato magazzino di roba vecchia. Sembra anche un interminabile villaggio di cenciaiuoli.

Quella luce appariva misteriosa e dolce. Pareva che su quel punto l'azzurro del firmamento fosse più profondo e le stelle fulgenti d'una luce più arcana, e che da quelle boscaglie e da quel lago sorgessero spiriti invisibili ed emanassero ignoti profumi. E quella parte di casa sembrava circondata da un nimbo, quasi fosse un tempio.

Dunque l'azzurro sconfinato è un sistema, è una legge l'uragano senza freno, la poesia universale del cielo è materia? Impossibile. Ebbene, si chieda alla fede: Il cielo è il regno di Dio. Come, un regno divino e non un soffio di anima? un regno divino e la profonda, indifferente inconscienza? un regno divino, immobile e cattivo?

Sento il mio petto aprirsi come un gran buco ove tutto l'azzurro del cielo deliziosamente s'ingolfi, liscio, fresco e torrenziale! Sono una finestra aperta innamorata del Sole, che verso il Sole s'invola! Chi ancora potr

Leggete le ultime settanta pagine, quando si incendia il bosco per opera dell'eroe Mafarka, quando egli sradica trecento piante fortissime dalla foresta per darle alle fiamme. Non sembra più nemmeno un eroe, sembra quasi Orlando innamorato che è diventato Orlando pazzo; ha la forza di una iperbole, ha la forza di un'ubbriachezza; in fondo è un delirio, è un simbolo. L'arsione delle piante è una sfida al vento. È la gioia dell'uragano che balza verde e livido fra gli scogli della notte, la gioia di questo Gazurmah, l'aeroplano che è uomo, l'eroe che è un simbolo, il figlio che è nato dalla monogenesi. Oh! il gran sogno di fendere l'azzurro, di correre sopra gli uomini, di dimenticare le basse contese, le contumelie, le invidie, i rancori, di affermare la dignit