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Aggiornato: 15 giugno 2025


Flora non è potuta venire oggi: l'aspettavano alla villa Carlotta per non so quale complotto di matrimonio. Presento invece mia sorella, Vincenzina.... soggiunse, tirandosi un poco in disparte. Oh... oh... donna Vincenzina, grazie, ho piacere... Che bel sito! una vista stupenda! brava... Bravo anche lei!...

Tutti quelli che viaggiano molto li vedevano spesso quando meno se l'aspettavano; si scorgevano passeggiare sui boulevards e non era difficile incontrarli una settimana dopo sulle ghiacciaie o sul Righi; nella sala del casino di Baden o a Nizza sulla promenade des Anglais ed essi erano una macchietta simpatica per qualunque scena. Certo li avrete veduti qualche volta in una barchetta qualunque, di autunno sul lago di Como e mirandoli stretti l'un contro l'altro il cielo vi sar

... Era tardi, quasi buio, quando Nancy, pallidetta e trasognata, tornò dove l'aspettavano sua madre, sua zia e sua cugina. Queste terminavano appunto un nervoso rinfresco di dolci e vini, con un gentiluomo in divisa in piedi presso a loro, e due lacchè incipriati che le servivano.

Aveva distribuito gradi e attribuzioni con savia prudenza. I giovanotti le proponevano gite, feste, partite di piacere; ma gli uomini posati, i tondeggianti nella pinguedine senile, dovevano approvarle e combinarle. Gli assidui l'aspettavano al teatro, sul corso, al caffè Vittorio Emanuele; ma erano sempre i più attempati che godevano l'ambito onore di accompagnarla, e in tal modo erano tutti contenti; gli uni nell'orgoglio di apparire pericolosi, gli altri nella piena soddisfazione della loro autorit

Vennero incontro le altre donne col lume e tutte si rallegrarono delle buone notizie. Flora, un po' più pallida del solito, si mostrò tuttavia perfettamente tranquilla, guarita e persuasa. Pregò Cresti di sedere, di riposare, di prendere qualche cosa, almeno un caffè: ma il signor cavaliere col pretesto che le sue donne l'aspettavano a casa, Dio sa con quanta ansiet

Pallido, ma sempre calmo e diritto, anche Sandro Rampoldi uscì finalmente dalla sagrestia, e le due donne che l'aspettavano con tanta passione, lo fissarono, ansiose. Egli non guardò che la moglie, e le sorrise. La Virginia vide e comprese e serrò i denti per non scattare. Poi, domata la prima vertigine, si voltò verso la cognata e i suoi occhi sfavillanti dissero chiaramente: Non ti rallegrare!

Si guardò lentamente d'attorno quasi sorpresa di vedersi sola, poi si rizzò fieramente con un gesto risoluto e s'avvicinò ai due dongolesi che l'aspettavano immobili come due statue all'entrata dell'oscuro corridoio. Conducetemi dal prigioniero, diss'ella con una emozione che invano cercava di nascondere.

Non usciva quasi più di casa, quelli che gli avevano data della musica da copiare l'aspettavano inutilmente, mentre invece il cembalo si udiva più spesso e pareva fosse toccato sotto l'impulso di una inspirazione novella.

Gli empi satelliti dell'inferno furono vinti. Colla potenza delle armi spirituali! Ecco la signora principessa. La principessa Rizzi entrava infatti nel salotto vestita con un elegante abito da mattina. L'affanno di una celata angoscia traspariva nel suo volto incantevole, come un'aura ineffabile di poesia. Essa salutò con un grazioso inchino i due visitatori, che l'aspettavano.

Uscita all'aria aperta trovò su la porta sette vergini vestite di bianco, che l'aspettavano per accompagnarla. Queste nessuno inviò. Udendo come Beatrice avesse testato tutta la sua dote in favore delle figlie del popolo romano, esse eransi mosse spontanee a darle questa prova estrema di gratitudine. Volevano licenziarle, ma non vollero intendere, e si ostinarono a seguirla.

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