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Aggiornato: 22 maggio 2025
Venne nella mattinata, e invitò Miss Brown, sola, ad accompagnarlo alla vallata della Sarka. Miss Brown egli sempre così la chiamava accettò, pallidetta e quieta. Era una fulgida giornata estiva. La campagna era tutta accesa di papaveri rossi, come un cappello della festa da sguaiata provinciale. Il cuore di Miss Brown era triste. Parto stasera, disse il Selvaggio, alle otto e quaranta.
Ora, con quell'ordine dato a Cristina, Emma Lieti si era procurata una buona serata. Dopo aver pranzato nella gran sala da pranzo, adorna austeramente nello stile di Enrico II e a cui dava risalto un gran quadro d'animali di Rosa Bonheur, dopo aver preso il caffè, tutta sola, nel suo salottino personale dove una stoffa Pompadour alle pareti e sui mobili s'intonava così perfettamente con la sua bellezzina bionda e pallidetta, con la sua grazia un po' minuta, ella si levò e passò nel grande salone da ballo, bianco e oro, dove le laboriose e sapienti mani di Cristina avevano disposto tutti i vestiti di primavera e di estate dell'anno prima. Con quella preziosa cura che le assicurava il costante affetto dell'incostante Emma Lieti, Cristina vi aveva unito tutto, persino le scarpette da ballo estivo e da campagna, persino i costumi del bagno, persino il cappelletto delle escursioni in montagna. Ed entrando, per avere una impressione generale, Emma che era abbastanza miope, coi suoi occhi bigi e carezzevoli nel loro sguardo un po' vagante, non adoperò l'occhialino; ed ebbe un moto di piacevole stupore. Sette od otto candelabri accesi versavano la loro piena luce sui vestiti, sui mantelli, sui mille complementi della belt
... Era tardi, quasi buio, quando Nancy, pallidetta e trasognata, tornò dove l'aspettavano sua madre, sua zia e sua cugina. Queste terminavano appunto un nervoso rinfresco di dolci e vini, con un gentiluomo in divisa in piedi presso a loro, e due lacchè incipriati che le servivano.
Quella sera, quando venne l'impresario, Anne-Marie non era pronta come di consueto, pallidetta e sognante nel suo vestito di raso celeste. Era nel suo lettino, e dormiva rosea e placida, dopo la lunga giornata passata all'aria aperta. Siamo pronti? disse l'impresario guardandosi intorno. La piccola non può suonare questa sera, disse Nancy. E' stanca.
Mi chinai, lo presi: erano le Confessioni di Rousseau: aperte al punto in cui... insomma a quel tal punto... la pagina gualcita mostrava d'essere stata letta più volte. Il viso del giovinetto, arrovesciato fra due sporgenze del masso sorrideva nel sonno come d'una deliziosa visione; la fronte pallidetta gocciolava di sudore. Volli riporre il libro, ma questa volta, egli si destò.
Parola Del Giorno
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